Molto spesso si pensa che per Insegnare Yoga sia sufficiente conoscere bene la tecnica in modo tale da poter tenere una lezione , dimenticando, per esempio, l’ampia filosofia di vita che è la base di tutto lo yoga. Ma oggi voglio andare oltre ciò che è la mera conoscenza. La domanda che sorge spontanea è: “ma è davvero solo questo il ruolo dell’insegnante? Si limita alla trasmissione del sapere fine a se stesso? Oppure c’è altro?” Credo che un buon insegnante lo sia prima ancora di mostrare il suo sapere. Lo Yoga, così come il Reiki, o altre filosofie o discipline, inizia dall’approccio con le persone. Sono accogliente, amichevole? Trasmetto calore quando accolgo una persona sulla porta? Ma anche quando mi scrive, o mi telefona? Soprattutto, una persona che entra in un posto nuovo e non conosce nessuno, ha bisogno di sentirsi a proprio agio. Me ne occupo, oppure penso solo alle asana che devo fare durante la lezione o all’argomento che devo trattare? Un buon insegnante è in ascolto, lascia da parte i propri problemi e mostra dedizione e interesse per i suoi Allievi che in quel momento arrivano per trovare un po’ di pace e serenità. Ecco perché durante il nostro Biennio di Formazione Insegnanti ci dedichiamo molto a questo aspetto, è importante fare in modo che “yoga è unione” non sia solo un mantra ripetuto a memoria senza che ne sia stato compreso il vero significato. Credo sia importante, dunque, lavorare sullo sviluppo di queste qualità se vogliamo dedicarci all’insegnamento. Detto in maniera molto semplice, c’è una grande differenza tra l’avere un cliente e l’avere un allievo. Con un cliente hai uno scambio commerciale, dai un servizio in cambio di denaro e questo è tutto. Con un Allievo, invece, c’è un contatto umano, c’è calore, sai che davanti a te hai una persona e c’è quindi uno scambio di valori. Quando diciamo “yoga è unione” tutto questo ce lo dovremmo ricordare.