Il quinto principio etico di Patanjali è Aparighraha, ossia l’assenza di possessività e di avidità. Ciò viene inteso sia in termini di oggetti materiali come in quelli affettivi. Abbiamo la tendenza ad accumulare, ad attaccarci alle proprietà e a diventare gelosi, possessivi e invidiosi dei possedimenti altrui. Tutto ciò è un peso colossale per la nostra mente. Mettersi a praticare con tali attitudini è come cercare di sollevare una pietra restandoci seduti sopra. Non ci riusciremo mai. Non mi stancherò mai di dire che la Meditazione, da sola, non può risolvere alcun problema. E’necessario affiancare alle Tecniche giornaliere, un costante lavoro di introspezione per poterci emendare da quegli atteggiamenti che sono di ostacolo al raggiungimento della Pace.
Aparighraha è quindi più un atto interiore che esteriore. Possiamo possedere tutto senza essere attaccati a nulla, in modo tale che le nostre “proprietà” non disturbino i nostri pensieri. Al contrario, potremmo avere poco ma esserci avidamente avvinghiati. In tal caso, anche quel poco, sarà motivo di grosse frustrazioni.