Che forma ha la mia mente?
Ha la forma di ciò che pensa.
Se mi concentro su una montagna la mia mente prende la forma della montagna, se penso al mare diventa il mare, se contemplo un fiore diventa un fiore e, in tal modo, essa nasconde la Sua Vera Natura Vuota, imperturbabile, fatta di Pace e Beatitudine, priva di qualsiasi forma.
Il problema, ovviamente, non si pone affatto durante la contemplazione benefica di un aspetto naturale pacifico.
Se, però, io penso al datore di lavoro con il quale giorni addietro ho avuto un diverbio, ecco che l’identificazione mentale mi procura dolore, anche se il mio capo non è assolutamente presente ai miei occhi. Non riesco ad entrare in me stesso, in quello spazio vuoto di cui parla Patanjali, e mi identifico con tutta una serie di pensieri scaturiti dalla cattiva digestione mentale.
Sono in ufficio anche se sono a casa. Ho davanti a me il datore di lavoro anche se sono solo. Come poter illudermi di essere me stesso?
In quel momento non sono io, bensì tutto ciò che sto sperimentando nella mia precaria condizione mentale.
Gli avvenimenti esterni “accalappiano” la mente in una trappola mortale facendola reagire di continuo. Come conoscere allora la mia Vera Natura? Smettendo di essere succube delle reazioni istintive che hanno prepotentemente il sopravvento, come insegnava anche San Francesco di Assisi con la Perfetta Letizia.
Proviamo per un attimo ad osservarci, come durante le lezioni Yoga dello Studio Gayatri, in uno dei gesti più naturali che, quotidianamente, ci danno la Vita.
Prima inspiriamo, poi espiriamo.
Sembra che abbiamo compiuto solo due operazioni ma non è così.
Tra un respiro e l’altro c’è un vuoto impercettibile, una leggera apnea di cui non ci rendiamo conto.
Allo stesso modo avviene con i pensieri.
Cosa dobbiamo fare allora?
Dobbiamo riuscire a prolungare, il più possibile, per mezzo delle Pratiche Meditative, quel Vuoto esistente tra un pensiero e l’altro, poiché lì in mezzo potremo conoscere chi siamo, senza più identificarci con gli oggetti esterni.
All’inizio (lo vedremo) le pratiche ci serviranno solo per ridurre il campo mentale (per mezzo di tecniche elementari) ma poi, via via che ci addestreremo, diventando maggiormente esperti, acquisiremo la facoltà di produrre Stati di Coscienza sublimi e pacificanti.