L’utilizzo preventivo dello Yoga, usato come strumento in grado di contrastare i ritmi frenetici e stressogeni della società attuale, fornisce un validissimo supporto nella cura di patologie ansiogene; tra le più comuni è la sindrome del burnout. Essa è una patologia psichica che si presenta in risposta a stressors interpersonali cronici vissuti nell’ambiente lavorativo, caratterizzata da:
esaurimento fisico ed emotivo
tendenza a considerare le persone come oggetti
sensazione di perdita di significato del proprio operato e ridotta produttività
Per eliminare un prolungamento di questo tipo di problema e per la risoluzione immediata dello stesso, molte terapie psicologiche e mediche si affiancano all’invogliare il paziente ad utilizzare anche i mezzi spirituali che fungono d’ ausilio per il percorso di guarigione o di alleviazione dei propri disturbi mentali e fisici.
Lo Yoga, nell’antichità, era inteso come ricerca spirituale del proprio se, l’ annullamento dell’ ego in ogni sua forma, vivere il presente radicandosi nel qui ed ora, raggiungendo così, attraverso un percorso interiore, la pace.
Questa disciplina è considerata, anche ai giorni nostri, come uno strumento per la salvezza spirituale e psico-fisica che porta alla proiezione del proprio essere, iniziando, semplicemente, con una ginnastica esteriore (attraverso le asana, posizioni confortevoli) per poi passare alla ginnastica interiore e dirigendo la propria attenzione al momento presente.
Molti esperimenti scientifici sono stati fatti sul praticare yoga almeno 3 volte a settimana; In Svezia nelle aziende multinazionali, offrendo una sala riunioni come posto per praticare yoga durante la giornata lavorativa, ha riscontrato un aumento produttivo del personale del 60%, con un abbassamento stressogeno elevato.
Ma che cosa sono le asana?
Le asana sono, oggi, l’aspetto più conosciuto della disciplina dello yoga in Occidente e, decontestualizzate dal clima religioso di origine, si prestano ad essere esclusivamente uno strumento fisico fine a sé stesso, ma in realtà disciplinano la mente, non solo il fisico, attraverso la simbologia delle posizioni che rappresentano, creando così un flusso di “fuoriuscita di stress” che fino a quel momento ha appesantito sia il fisico che la mente.
Tra i mille significati, il termine asana si traduce come “stare seduti”.Lo yoga non è sempre stato come oggi lo conosciamo.Esso era una pratica ascetica e meditativa e, nell’ antichità, la parte fisica era considerata quella meno nobile del Raja Yoga.
Dopo gli inizi del XIX secolo, ad opera di alcuni maestri, si capiranno, invece, gli effetti benefici fisici di questa pratica attraverso la “Posizione Confortevole” non tralasciando la parte spirituale; nello specifico nel 500 a.c. troviamo gli “yoga sutra di Patanjali”, nei quali vengono descritte e prese in considerazione le Asana.
All’ inizio le posizioni erano solo 4:
Siddhasana (posizione perfetta)
Padmasana (posizione del loto)
(posizione del leone)
Bhadrasana (Posizione del trono)
Con il trascorrere del tempo, le asana, si evolsero in concomitanza con l’ evoluzione delle esperienze e delle pratiche, raggiungendo più di 200 posizioni, come descritte nel famoso libro del maestro Iyengar “teoria e pratica dello yoga” ove egli pone l’attenzione sull’allineamento del corpo con l’ ausilio di supporti per meglio “sentire” la posizione stessa.
La sequenza di posture yogiche è comune a tanti stili e scuole di yoga, come l’ Hatha Yoga.
Tutte queste asana ricordano elementi della natura, forme animali o vegetali, divinità in maniera non vincolata ma, semplicemente, come espressione delle qualità e delle caratteristiche intrinseche.
Si suddividono in posture in piedi e in equilibrio; piegamenti all’ indietro, laterali e in avanti; torsioni; e posture capovolte.
Non esistono delle descrizioni specifiche sulle asana perché ogni fisico, corpo, condizione mentale sono diversi da soggetto a soggetto, pertanto, utilizzando anche la simbologia delle stesse ci si aiuta ad assumere quella forma; più la mente si accosta alla medesima, piu’ il nostro corpo la emulerà assumendone l’atteggiamento richiesto.
Ad esempio: (la mia preferita)
Tadasana: La montagna è una delle asana di base usata come punto di partenza delle posizioni in piedi: Rappresenta il simbolo della fermezza, della stabilità e dell’ equilibrio che ci aiuta a radicarci e a trovare il nostro centro.
La montagna è il simbolo per eccellenza dell’ esposizione alle intemperie naturali atmosferiche e non solo, la sua fermezza e la sua forza sta nel superare tutte le avversità mantenendo un equilibrio costante. E questo funge da insegnamento alla vita di ciascuno di noi facendoci ritrovare “il senso di essere”.
Con il termine yoga si intende Unione di mente, corpo ed emozione, un equilibrio perfetto che porta alla realizzazione del sé.
Noi siamo fatti di un sistema nervoso, che scientificamente è suddiviso in autonomo e periferico, e che è costituito da nervi e organi sensoriali che interpretano il mondo fisico percepito intorno a noi.
Il nostro sistema nervoso corrisponde al nostro Sistema Sottile. Secondo la “visione yogica” il nostro corpo umano è attraversato da circa 72.000 canali chiamati Nadi.
Le principali sono:
Sushumna: considerato il canale di energia più importante, è situato nel “Merudanda”, cioè nell’asse cerbrospinale che passa dall’estremità inferiore del tronco fino ad arrivare all’estremità della testa (la corona). Essa viene descritta con il colore rosso.
Ida: è associata all’energia lunare, si avvolge attorno alla sushumna trasportando le 2 polarità energetiche (maschile e femminile) e termina nella narice sinistra ed è discendente (parte del corpo a polarità negativo – femminile). È associata al colore blu e rappresenta il nostro passato, i desideri , emozioni ed affettività. La sua terminazione è il Super Ego che è il magazzino di tutti i nostri ricordi abitudini e condizionamenti (freud Es io e super- io che è uguale al super- ego)
Pingala: è associata all’energia solare, si avvolge attorno alla sushumna trasportando le 2 polarità energetiche (maschile e femminile) e termina nella narice destra in maniera ascendente (parte del corpo a polarità positiva-maschile). È associata al colore giallo e rappresenta il nostro pianificare, alle nostre azioni, all’attività fisica e mentale. La sua terminazione è l’ Ego che ci dà l’ idea della nostra identità individuale, che ci fa sentire separati dal mondo sconnessi da tutto.
Quando questi due canali sono in equilibrio si sviluppano in noi la gioia e la pura attenzione., mentre il canale centrale è quello che sostiene la nostra evoluzione, che ci guida consciamente o inconsciamente verso la consapevolezza più elevata del Sahasrara (7°chackra)
All’interno della Sushumna scorre Vajra (Surya- Sole), Citrini (Chandra-Luna) e Brahmanadi: da qui Kundalini risvegliata passa dal Muladhara al Sahasrara
Ma come fare per mantenere tutto in equilibrio? Lo yoga lo insegna!
Infatti il termine Hata, in sanscrito, vuol dire sole e luna: non c’è sole senza la luna, non c’ è il giorno senza la notte, non c’è luce senza il buio: equilibrio.
Le neuroscienze hanno dimostrato che il cervello umano è plastico pertanto può essere modificato con impegno costante e volontà e quindi sopperire alla patologia stressogena che ai giorni nostri è sicuramente uno dei filoni più diretti al deterioramento psico fisico portando anche a problemi di depressione,stress, ictus, parkinson ecc..
Stress e gli effetti dannosi sull’organismo
Le risposte fisiologiche alle emozioni negative hanno una funzione adattiva per l’ individuo, ma se sono prolungate nel tempo, più del dovuto, producono effetti dannosi sia sull’organismo che sul cervello.
Il nostro sistema nervoso, quando si trova in una situazione minacciosa, mobilita tutte le risorse energetiche accumulate nel corpo.
La divisione simpatica del sistema nervoso autonomo (SNA) si attiva, le ghiandole surrenali secernono adrenalina, noradrenalina e gli ormoni steroidi dello stress.
Uno degli ormoni steroidi rilasciati nelle situazioni di stress è il cortisolo, secreto dalle ghiandole surrenali. Influenzando il metabolismo di glucosio con l’ aumento della pressione sanguigna, si possono avere danni cardiaci, inoltre, un continuo rilascio di cortisolo può provocare danni cerebrali, deteriorando i neuroni nell’area ippocampale e causando danni alla memoria a lungo termine.
La divisione Parasimpatica stimola la quiete, il rilassamento, il riposo, la digestione, l’ immagazzinamento di energia.
Un altro metodo che le neuroscienze affiancano alla cura dello stress, insieme allo yoga, sono gli esercizi di respirazione, uno strumento potente per disciplinare la nostra mente.
In molti trascurano l’importanza della mente nella gestione personale. Se non sei concentrato e presente a te stesso, difficilmente impiegherai in modo produttivo il tuo tempo. Si dice che per ottenere buoni risultati basti esercitare la pratica almeno 10 minuti al giorno, ogni giorno con effetti migliorativi su stress e altre patologie rilevanti. Questo stimola l’ omeostasi, cioè l’ equilibrio del nostro sistema autonomo limitando il rilascio del cortisolo e avviando la divisione Parasimpatica.
L’arte del controllo ed espansione dell’ energia attraverso la respirazione, per quanto riguarda le filosofie orientali è il Pranayama
Ma che cosa è il prana?
In India viene chiamato : “Energia Vitale” che permea l’ universo a tutti i livelli. É la forza che dirige l’ impulso che fa respirare. È vitalità, respiro o respirazione, energia fisica, intellettuale, sessuale, cosmica nascosta o potenzialmente esistente; è il soffio di vita di tutti gli esseri viventi che, alla loro morte, si dissolve nel mondo cosmico.
Quindi l’involucro, il corpo, non è altro che un contenitore di energia sottile e una volta che è cessato di esistere, il prana non muore con esso., ma si dissolve.
Il pranayama è dunque l’arte del controllo dell’energia vitale attraverso la respirazione che si suddivide in 4 fasi:
(inspirazione)
Kumbhaka (ritenzione o apnea a polmoni pieni)
(espirazione)
Kumbhaka (ritenzione o apnea a polmoni vuoti)
La shushumna è attraversata da diverse energie: il prana è appunto energia vitale ascendente e fresca; Vyana è l’ energia oleosa che permette i movimenti di tutte le membra; il Samana è l’ energia mediana e calda e infine l’Udana ci fa trascendere ossia andare verso l’ alto.
La pratica yoga e la pratica del pranayama sono soltanto alcune possibilità da affiancare alla scienza che ad oggi, i neuroscienziati, hanno ritenuto essere uno strumento valido nella cura dello stress e in altre patologie.
Pertanto, a seguito degli studi da me intrapresi, posso affermare che scienza e spiritualità viaggiano di pari passo usando, seppur con termini, studi e processi differenti, lo stesso percorso per arrivare ad un unico obiettivo: “L’equilibrio e la serenità”. Questo per me è Yoga : unione tra mente corpo e anima.
Ringraziamenti:
Colgo ora l’occasione, in questo breve spazio, per ringraziare chi ha reso possibile questo studio, che è stato per me fondamentale per l’apprendimento e la comprensione di vari aspetti che concernono sia la mia futura professione, sia la mia vita privata.
Ringrazio lo studio Gayatri per aver dato voce e vita alla conoscenza; ringrazio i miei maestri Surya e Krishna, per l’appoggio, la disponibilità e la grande libertà concessami sia in fase sperimentale che di elaborazione e nell’ avermi fatto conoscere il significato più profondo di questa disciplina, fortificando in me quelle insicurezze che, un tempo, erano imprigionate nella mia mente, nel mio spirito.
Un grazie non può che andare a coloro che sono stati gli elementi cardine di questo percorso, ossia i miei compagni e compagne di corso, che mi hanno donato un luogo in cui poter praticare e tanta gentilezza.
Grazie ai miei genitori, che hanno reso possibile lo sbocciare della passione per queste due discipline, la psicologia e lo Yoga, e che mi hanno permesso di perseguirle liberamente supportandomi e approvandomi nelle mie decisioni e nella mia evoluzione personale e spirituale.
Dulcis in fundo, ringrazio profondamente Francesca Bonati, carissima amica e futura insegnate di hata yoga che mi ha affiancato in questo percorso e un ultimo grazie va a Micaela Tempesta, un’insegnate di Vinyasa yoga che fu colei che mi suggerì di intraprendere questo percorso meraviglioso supportandomi e sopportandomi in ogni scelta e in ogni momento di turbamento, sempre presente e mai pressante.
Grazie per ogni secondo che mi avete donato.
Namaste
Alessandra D’Arcangelo