Su Wikipedia leggiamo: Un rito o rituale indica ogni atto, o insieme di atti, che viene eseguito secondo norme codificate. Fin dalla notte dei tempi, l’uomo struttura la sua esistenza attorno a dei rituali, in maniera consapevole o meno. Nelle società primitive essi erano un mezzo per cercare il divino e colmare, in qualche modo, quello spazio inquietante e sconosciuto che divideva il caduco dall’imperituro. L’antropologo Ernesto De Martino ci spiega che la natura non è una realtà oggettiva, ma è plasmata dai gruppi culturali. I rituali che si svolgevano nell’antichità, che una cultura razionale definirebbe rituali magici, sottintendendo con magici qualcosa di impossibile e irreale, erano alquanto realistici se considerati in relazione alla sfera culturale che li ha generati. Essi erano il modo in cui gli uomini patteggiavano e siglavano la loro presenza nel mondo, essendo quest’ultima qualcosa da ridefinire quotidianamente in un mondo precario e instabile anche dal punto di vista concreto e della sopravvivenza. Trovandosi catapultata in un’esistenza labile ed effimera, l’umanità crea il mito e il rito, che fanno da ponte tra soggetto e mondo esterno. Il rito, diventa, dunque, un’azione metastorica, qualcosa che permane oltre gli avvenimenti storici concreti. Alla base, c’è un movimento continuo tra uno stato di coscienza ordinario e uno non ordinario, dove i confini dell’ego diventano sfumati e la separazione tra la propria coscienza e la coscienza collettiva non sono più così netti. Da sempre l’uomo è alla ricerca di quegli stati psichici che vanno oltre l’ordinario e di cui ne percepisce l’esistenza. Se, da una parte, il rito ridefinisce il nostro sé, dall’altra ci porta ad una sorta di sublimazione e catarsi che ci permette una ristrutturazione dei nostri spazi interiori. ll concetto di rito è stato applicato anche al comportamento animale. Il termine stesso ci suggerisce l’idea di un processo mediante il quale determinate azioni o sequenze di azioni diventano fisse e riconoscibili, assumendo così il carattere di atti rituali. Quando un rito viene reiterato nel tempo solo per usanza e tradizione diventa, ovviamente, solo un vuoto formalismo, anche se esso è colmo di significati simbolici ed espressivi. Ciò che si vuole evidenziare qui è che il rituale è insito nell’uomo poiché esso è una forma di riconoscimento, non solo legata alla religione, quindi, ma al vivere in un contesto sociale. I nostri riti partono dall’abbigliamento per arrivare agli oggetti specifici che ci identificano nella collettività, ai gesti simbolici adottati come forma di comunicazione e così via. Ognuno di noi ha i propri cerimoniali e i propri simbolismi che ci permettono di collocarci all’interno di un gruppo sociale e, in fondo, in fondo, di darci quella tanto agognata continuità.
Nella foto sono ritratta durante una bellissima cerimonia in nostro favore quando, in India, abbiamo donato al nostro villaggio, come Studio Gayatri, l’impianto di acqua potabile. Momenti di gioia indimenticabile..
surya