Antar Mouna – La Pratica del Silenzio Interiore
Esiste una pratica in Oriente chiamata Mouna, o Antar Mouna. Mouna significa Silenzio e Antar significa Interiore. Con Silenzio non si intende solo assenza di suoni ma qualcosa di più profondo, che possiamo tradurre con “evitare le parole inutili”.
Spesso mi viene chiesto cosa significhi essere insegnanti yoga, o essere praticanti yoga, ed è per me molto difficile spiegare che la Pratica del Silenzio è la caratteristica principale che contraddistingue uno yogi. Nel frastuono del mondo siamo pieni di parole inutili, di consigli non richiesti, di esibizione dell’io, di competizione.
Oggi soprattutto, attraverso l’web, ci intrufoliamo nelle varie pagine e buttiamo lì commenti a caso, cerchiamo scontri, polemiche, cerchiamo di emergere mettendo in cattiva luce gli altri, dimostrando in questo modo di non credere veramente in quello che facciamo. Lo yoga è diventato per molti un mero esercizio fisico e verbale, un blaterare termini in sanscrito, un namaste o namaskar “perché noi siamo yogi e yogini”, dimenticando il sorriso, l’umiltà, l’accoglienza genuina. Sembra quasi che ciao, benvenuto/a, sia passato di moda, è più importante l’esibizione.
Mouna è propedeutico alla meditazione poiché aiuta ad osservare il flusso dei pensieri, aiuta a rallentare, ad osservare quelle che in sanscrito vengono chiamate vritti, ossia le oscillazioni della mente. Allora non si reagisce più di pancia, in maniera emotiva, ma si sa osservare, dialogare, cercare l’unione tanto decantata. Yoga significa unione ma è diventato solo uno slogan.
Di quale unione parliamo se viaggiamo armati e abbiamo come obiettivo criticare l’operato altrui? Rallentiamo dunque, deponiamo le armi e lasciamo che ognuno compia il proprio cammino, senza invidie e gelosie. C’è posto per tutti nel mondo.
Surya