L’insegnante oltre che informare deve formare; non deve, dunque, limitarsi a trasmettere dati, informazioni e tecniche, ma piuttosto preoccuparsi di stabilire un dialogo continuo, un confronto di opinioni, cercando di estrarre il meglio da ogni allievo insegnandogli a discernere, filtrare, selezionare in una giungla di stimoli e informazioni. Gli eroi della cultura di massa, dice Umberto Eco, sono per natura conformisti, non hanno una personalità critica e sono incapaci, con le loro “gesta”, di mettere in crisi l’ideologia dell’epoca in cui vivono. Superman è in sé caritatevole oltre ogni misura, dedica la sua vita a proteggere la città di Metropolis dai rapinatori di banche o dai piccoli pesci del sottobosco criminale, ma non gli passa neanche per la testa di provare a risolvere i problemi fondamentali dell’umanità (fame, corruzione, inefficienza della classe dirigente, guerre, etc.), pur avendone l’opportunità e le potenzialità: è in grado di contemplare solo “segmenti” limitati della società in cui vive, di cui ha una concezione schematica e semplicistica, rigidamente polarizzata tra Bene e Male. Ciò che Eco ha imparato da Don Celi, suo educatore e formatore, è che un insegnante deve sempre mettere in crisi i suoi allievi, nel senso che deve dare le giuste gratificazioni senza permettere loro di inorgoglirsi troppo. Emblematica la frase di Oliver Wendell “Il segreto del mio successo è che in tenera età io ho scoperto di non essere Dio.”
Incoraggia sempre i tuoi allievi, esalta le loro qualità e, nello stesso tempo, metti a ferro e fuoco il loro ego. La parola stessa crisi deriva dal verbo greco krino = separare, cernere, in senso più lato, discernere, giudicare, valutare. Insegna lai tuoi allievi ad amare l’inesplorato e avrai fatto di loro dei grandi maestri.
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