Una delicatezza naturale, una dolce attenzione nei confronti degli altri. Senza far rumore, senza spingere per arrivare ai primi posti. “La discrezione è il privilegio di poter assistere alla propria assenza”, scriveva Proust. Difficile quando si è immersi nel narcisismo di massa e nella sfida continua fra selfie. Dobbiamo essere protagonisti. Anche del nulla…. ma protagonisti… e quando è in gioco la propria visibilità non ci si accorge più di calpestare gli altri… La discrezione è una virtù che non spreca tempo né parole. E’ anch’essa, in fondo, una forma di ascolto nel frastuono del mondo che non smette di voler affermare la propria presenza. La discrezione è discernimento, è il sapere quando parlare e quando non profferir parola, è il prediligere l’identità alla visibilità. E’ una forma di attenzione molto acuta e delicata. Il Filosofo francese Zaoui ama definirla “bellezza a bassa voce”. Non è soltanto una questione di buone maniere, quanto piuttosto lo sviluppo di una visione che non prende e non toglie nulla, la capacità di essere presenti senza imporsi, di darsi senza esibirsi, di percepire senza dominare. Non è forse questo che di solito chiamiamo amore? surya