Per Epicuro il piacere è assenza di dolore. Nella sua concezione esistono due tipi di piacere: quelli dinamici e quelli statici. I piaceri dinamici sono quelli preceduti da un bisogno, come, ad esempio, i desideri sensuali o materiali. Vivere in funzione di essi porta sofferenza poiché dopo la loro soddisfazione ricadiamo, ben presto, nella frustrazione, e andiamo alla ricerca di altri bisogni da soddisfare, trovandoci in una strada senza uscita. I piaceri statici, per contro, avvengono in assenza di inquietudine e turbamento. Sono quei piaceri che possiamo sperimentare indipendentemente dalle circostanze esterne. Non possiamo scegliere di non provare dolore e non possiamo, ovviamente, controllare tutte le circostanze esterne. Possiamo però scegliere di rivolgere il nostro sguardo, la nostra attenzione, verso qualcosa di più piacevole e costruttivo. I piaceri statici, quindi, sono preferibili a quelli dinamici, perché questi possono essere vissuti solo in alcuni momenti e implicano uno stato di dolore e privazione dal momento che non durano nel tempo. I primi, invece, sono durevoli, sono sotto il nostro diretto controllo e ne possiamo godere sempre.
Tratto da un Incontro Meditativo
Surya
Tratto da un Incontro Meditativo
Surya