Che asana (posizioni) pratichi nello yoga? Io, ogni giorno, pratico imprevistasana, indubbiamente la migliore fra le asana di equilibrio. Prima ancora di strutturare ciò che diventerà una lezione, strutturo lo spazio in cui l’imprevisto accade e si sviluppa. Le mie lezioni giornaliere sono fatte di superfici e tempi in cui ogni singola mente può creare ed elaborare forme per rappresentare la propria intima essenza. Cerco il paradosso, la libera incoerenza, affinché ognuno possa esprimersi e scrivere sul proprio corpo parole originali, parole proprie. Non è vero che lo yoga ci costringe in uno schema e non dà spazio alla libera espressione. Lo yoga ci aiuta, se lo vogliamo, a manifestare la nostra creatività, laddove per creatività non s’intende improvvisazione che mette a rischio l’ incolumità, bensì espressione di una forma partendo dal “nostro” corpo, dal “nostro” vissuto, dalla “nostra” struttura fisica e mentale. Cerchiamo la liberazione ma la andiamo a cercare negli schemi fissi. No! Gli schemi di base sono il punto di partenza entro il quale il corpo e la mente si formano, si plasmano e prendono vita. Ognuno ha il proprio yoga, perché ognuno ha il proprio corpo. Non vedrai mai due forme perfettamente uguali, poiché non vedrai mai due persone perfettamente uguali. E’ semplice… yoga è dialogo con se stessi… non posso dialogare con parole tue e non posso respirare coi polmoni tuoi… quindi, improvvisi? No! Creo! Ascolto il mio corpo e lo accompagno nel movimento. Occupo uno spazio diverso dal tuo, anche se entrambi occupiamo uno spazio.
surya