Stiamo andando verso la distruzione: dell’uomo, del pianeta, della vita tutta…ma l’impulso autodistruttivo non è una peculiarità che concerne solo la nuova generazione, come spesso si è inclini a pensare, è piuttosto essenza e natura dell’uomo, è il mal di vivere che si manifesta come opposto alla vita stessa. Il desiderio di vivere deve necessariamente confrontarsi con l’inattitudine alla vita, l’attività deve fare i conti con l’inattività; la vita, per sua natura, porta con sé il suo rovescio.
L’uomo deve fare perennemente i conti con questa dicotomia che è anche il suo paradosso: l’anelito alla vita e l’annientamento della stessa. Questo dolore incommensurabile, insostenibile, che è essenza stessa dell’uomo, sfocia spesso nella disperata ricerca dell’invulnerabilità. Credo che questa sia una delle più drammatiche avventure della psiche umana.
La ricerca di evasione, l’autolesionismo … cosa sono se non tentativi sterili di raggiungere quell’imperturbabilità tanto ricercata ma altrettanto utopica? Una fuga dal dolore che provoca altro dolore scaraventandoci in un labirinto dal quale è difficile uscire e che ci rende, piano piano, insensibili a noi stessi … siamo uomini… siamo paradossi…siamo, in questa apparizione terrestre, un’irrinunciabile, affascinante danza tragicomica…
surya