Mudra in Sanscrito significa sigillo. I Mudra sono, dunque, dei gesti simbolici che vengono utilizzati nella pratica yoga come integrazione o completamento delle fasi meditative o durante il prânâyâma per favorire la concentrazione. In oriente sono molto utilizzati anche durante le danze. Se noi osserviamo la danza tradizionale indiana, o Bharata Natyam, la gestualità ha un ruolo importante. Le mani raccontano delle vere e proprie storie. Aristotele diceva che le mani sono la diramazione del cervello. Il valore simbolico del gesto delle mani è considerato basilare in tutto il mondo, e sono numerosi gli esempi del loro utilizzo. Basti pensare ai gesti che troviamo raffigurati nelle icone sacre, al classico gesto di pace, o benedizione, o alla nostra gestualità quotidiana, grande strumento di comunicazione.
Il semplice gesticolare aggiunge enfasi a un discorso e muovere le mani in maniera consapevole influenza anche il resto del corpo. Corpo e mente, si sa, si influenzano a vicenda. E’ stato dimostrato che, così come stress, ansia, depressione, tristezza, incidono sulla nostra postura, nello stesso modo, la postura, ci può predisporre a uno stato di rilassamento o chiusura. Se è vero che la depressione può portare a una postura scorretta, è anche vero il contrario: chi tende a inarcare la schiena, chiudere le spalle e “affondare il collo nel torace”, è più predisposto alla produzione dei cosiddetti ormoni dello stress. Ma non solo: il modo in cui sviluppiamo e organizziamo i nostri muscoli incide fortemente sul nostro umore fino a innescare pensieri depressivi e/o positivi. Ecco che allora anche le mani hanno un ruolo importante in tutto questo.
Nella filosofia yogica si sostiene inoltre che ogni posizione delle dita va a stimolare i punti riflessi che si trovano nelle mani.
Attraverso la pratica dei mudra si cerca quindi una maggiore integrazione e consapevolezza. Gli Yogi la utilizzano per rafforzare le tecniche di meditazione, ma di fatto la possiamo usare nella vita di tutti i giorni: in ufficio, sui mezzi pubblici, nella sala di attesa di un medico o sul divano, focalizzandoci sulla qualità di un determinato mudra o, semplicemente, per rilssarci.
L’arcana e misteriosa origine dei mudra si perde nella suggestiva Asia, tuttavia, come abbiamo detto precedentemente, il loro valore simbolico lo troviamo ovunque nel mondo. Per esempio, nelle grotte preistoriche del nord della Spagna, troviamo impronte colorate che risalgono a 40mila anni fa. A livello fisico, tali gesti ci aiutano a restituire flessibilità e forza alle estremità. Ogni gesto può essere praticato più volte al giorno. Ci si può esercitare in piedi, seduti, distesi e persino durante una passeggiata, mentre camminiamo, prestando attenzione alle nostre sensazioni interiori. All’inizio alcune posizioni possono sembrare inaspettatamente faticose, non siamo abituati a fare esercizio per le mani, tendiamo ad esercitare maggiormente la grande muscolatura perdendo, così, la flessibilità delle dita. Le mani, scopriremo, sono ribelli: a volte rifiutano la disciplina, così come corpo e mente. Con l’esercizio è possibile però rafforzare flessibilità e la forza di muscoli, tendini e legamenti nelle estremità, assieme allo stato generale di salute di tutto l’organismo. Secondo l’antica scienza dello yoga, le dita delle mani sono in relazione con i 5 elementi che compongono tutto l’Universo e anche l’essere umano:
– il pollice rappresenta il fuoco;
– l’indice l’aria;
– il medio lo spazio;
– l’anulare la terra;
– il mignolo l’acqua.
Se i 5 elementi sono bilanciati e in armonia, il corpo è in salute e le sue funzioni operano in modo ottimale. Il loro squilibrio porta a dei disturbi.
Teniamo sempre presente, però, che essendo tutto simbolico, le mappe possono cambiare in base alle diverse culture.
Esistono dei particolari mudra che, secondo lo yoga, possono aiutarci a riequilibrare i 5 elementi.
I mudra di ogni mano agiscono sulla metà opposta del corpo. Quando si eseguono, le dita libere (che rappresentano i nostri Tre Guna), devono essere tenute ben tese.
surya