Lui preparava confezioni di amore. Il suo profumo arrivava ovunque e i passanti, inebriati, entravano. “Una confezione anche per me”, dicevano. La gente sembrava impazzita. Ne voleva di più, sempre di più, non era mai soddisfatta. Le persone si scambiavano gli aromi per strada e ognuno era invidioso dell’essenza altrui. Lui, il creatore, se la rideva nel vedere il caos e i litigi della gente che urlava in nome suo. Sembravano dei bambini capricciosi: “Io ti ho dato una manciata d’amore e tu, invece, me ne hai dato solo un pizzico!” “Io, invece, ho svuotato la confezione nelle tue mani e tu, in cambio, me ne hai fatto sentire solo il profumo!” “E io, allora? Che dovrei dire? Ogni volta che ti incontro estraggo dalla tasca la mia confezione e ti dono un po’ d’amore e lo faccio sempre per primo! Tocca sempre a me fare il primo passo, tu non lo fai mai!” “Pensa che invece io do’ amore a piene mani e lui/lei che fa? Lo distribuisce in giro! Capisci? Distribuisce l’amore! Il MIO amore! Il MIO, MIO, MIO….
Amore e Amicizia svenduti sul mercato della tristezza infinita. Le piazze ne sono piene e ognuno urla, come avviene in ogni mercato che si rispetti, “compra da me! Il mio Amore è puro al 100%.” “No, vieni da me, io ho il prodotto migliore, io vendo Amicizia e quella è eterna!” A fine giornata, però, sono molte le bancarelle che piangono. Non chiedono nulla ai passanti, semplicemente si mostrano come dei Pierrot dalla faccia di cera cercando di impietosire i clienti più affezionati. Alcune bancarelle emettono un lieve sussurro, un sottile lamento che canta una disperata solitudine sperando che qualcuno ci caschi. I giorni passano… le vie del mercato sono ormai solitarie… nel gelo di un inverno prematuro si chiedono il perché della loro solitudine…lacrime inutili di vittime inutili… alla continua ricerca di colpevoli, trovano solo il vuoto. A chi venderanno ora il loro vittimismo?
E mentre piangono la loro “merce” perduta chiamandola amore, lui, l’Ego, osserva i suoi figli diventare vecchi ma non adulti…
surya