Gadadhar Chattopadhyay, conosciuto come Sri Ramakrishna Paramahamsa, nacque a Kamarpukur nel 1836 e morì a Cossipore nel 1886. E’ stato un mistico indiano, maestro di Swami Vivekananda. E’ famoso per aver intrapreso i vari percorsi mistici delle principali religioni del mondo. Nei suoi insegnamenti egli enfatizza la realizzazione spirituale come massimo obiettivo della vita, lo scopo più alto è sviluppare amore e devozione per Dio, l’unicità dell’esistenza, l’armonia e la sostanziale unità delle religioni. “Esistono due tipi di meditazione”, egli dice: una, sul Dio senza forma, e, l’altra, sul Dio con forma. La meditazione sul Dio senza forma è molto difficile. In essa, tu devi astrarti da tutto ciò che viene controllato dagli occhi e dalle orecchie. Tu non contempli, allora, che il sé interiore. Quando Shiva medita sul sé, danza, gridando:” Chi sono, chi sono?”. E’ ciò che viene chiamato lo Shiva-yoga. In questo tipo di meditazione, lo sguardo viene diretto verso la fronte. Si tratta della meditazione sulla natura del sé. La si pratica dopo avere eliminato il mondo, attraverso il: “neti, neti” (né questo, né quello)
” La successiva forma di meditazione si chiama Vishnu-yoga. Gli occhi fissano la sommità del naso. Lo sguardo si divide, tra l’interiorità e l’esteriorità. E’ in questo modo che si pratica la meditazione sul Dio con forma. A volte, Shiva medita sul Dio con forma. Allora, danza, gridando:”Rama! Rama!””
Poi, il Maestro spiega il suono Om, la vera conoscenza di Brahman ( il Tutto, l’Assoluto ) e lo stato spirituale di colui che ha raggiunto Brahmajnana (la conoscenza di Brahman)
Sri Ramakrishna:” I rishi ( veggenti, saggi) ed i saggi praticano delle austerità per realizzare il Brahman-suono. Una volta raggiunta la perfezione, l’uomo ascolta il suo Om elevarsi, spontaneamente, dall’ombelico. E’ il suono anahata.
“Ascoltare questo suono soltanto, a cosa mai serve? Il muggìo dell’oceano si estende da lontano. Guidati dal suono, lo si raggiunge. Fino a che esiste suono, vi è l’oceano. Seguendo la vibrazione dell’anahata, si raggiunge l’obiettivo: Brahman. I Veda dichiarano che Brahman è l’ultima meta. Ma, questa visione è impossibile ad aversi sino a che persiste la coscienza dell’ego. L’uomo realizza Brahman quando ha perso la coscienza del tu e dell’io, dell’uno e del molteplice.
“Immagina il sole e dieci vasi. Il primo si riflette in ognuno di essi. Tu, dunque, vedi il sole, più altri dieci soli, riflessi. Rompi, ora, nove vasi; rimarrà il sole, più un suo solo riflesso. Ogni vaso rappresenta uno jiva. Si può scoprire la realtà del vero sole, facendosi guidare dalla sua immagine. A partire dall’anima individuale, è possibile trovare l’Anima suprema. Attraverso una disciplina spirituale, l’anima individuale riesce ad ottenere la visione dell’Anima suprema. Ciò che si scopre quando l’ultimo vaso viene distrutto è indescrivibile.
“Lo jiva (anima individuale manifesta), dapprima, vive nell’ignoranza. Non possiede la coscienza di Dio e nota soltanto la molteplicità. Si vede attorniato da una folla di cose. Attraverso la conoscenza, realizza che Dio sta in tutti gli esseri. Supponi, ora, che un uomo si sia ficcato una spina nel piede. Ne cerca un’altra per estrarre la prima. Egli toglie la spina di ainana (non-conoscenza) con quella di jnana (conoscenza). Ma, quando perviene a vijnana (coscienza), egli getta via le altre due dell’ignoranza e della conoscenza. E risiede, allora, giorno e notte, ed in modo intimo, con Dio. Non si tratta di una semplice visione divina.
” Colui che ha soltanto sentito parlare del latte è un ignorante. Colui che lo ha visto è un jinani; ma, chi ne ha bevuto e se n’è nutrito è un vijnani.
Sri Ramakrishna, ai devoti: ” Vi è differenza tra questi due sadhus (uomo santo, saggio, virtuoso): lo jnani e il vijnani. Il primo dice a chi lo viene a visitare, mentre si torce i baffi: << Ebbene, signori, avete delle domande da pormi?>>. Ma, il saggio che vede Dio in permanenza e gli parla nell’intimità, possiede tutt’altra natura. A volte, si comporta come un fantasma; a volte, come un bimbo; a volte, come un insensato.
“Quando si trova in samadhi, perde la coscienza del mondo esterno e sembra inerte. Egli vede ovunque la pienezza della coscienza di Brahman. Ecco perché si comporta come un fantasma. Non fa alcuna differenza tra il sacro e ciò che non lo è. Non segue delle regole, in rapporto alla pulizia. Per lui, ogni cosa è Brahman. Non nota le sudicerie, in quanto tali. Anche il riso ed ogni altro alimento cotto si trasformano in immondizia dopo qualche giorno.
“Lo vijnani, a volte, si comporta come un insensato. La gente, dopo averne osservato il comportamento, pensa che egli non possegga tutto il suo raziocinio. A volte, è come un bambino, senza attaccamenti, senza odio, senza vergogna e senza esitazione.
“Ciò capita dopo la visione di Dio. Quando una nave passa vicino ad una montagna magnetica, le sue viti ed i suoi chiodi si staccano e cadono. La sensualità, la collera e le altre passioni cessano di esistere, una volta che Dio sia stato realizzato.
“Un giorno, il fulmine è caduto sul tempio di Kali. Io ho notato che era riuscito a smussare le punte dei chiodi.
L’uomo che ha visto Dio è incapace di procreare. Quando si semina un grano di riso, esso cresce e dà nascita ad una pianta. Ma, un grano di riso bollito non germoglierà mai più.
“Colui che ha visto Dio non conserva del suo sé che la sola parola che lo descrive. Questo sé non può più nuocere. Non è che la semplice traccia di una palma su un terreno di cocco. La palma è caduta; ma, la traccia resta.
“Ho detto a Keshab: << Rinuncia all’ego, che ti spinge a credere di essere te ad agire, o ad insegnare>>, e Keshab mi ha risposto:< Nel mio caso, Signore, non potrei tenere in piedi tutta la mia organizzazione>>. Ho, allora, aggiunto:<<Rinuncia all’ego cattivo. E’ inutile abolire l’ego che pensa di essere il servitore di Dio, o il suo devoto>>. L’ego divino non riesce ad esprimersi, fino a quando il cattivo ego se ne sta lì. Il proprietario di una grande casa non si occupa del cellière se è l’intendente a farlo.
(Ai devoti): ” Vedete, la mia natura è completamente cambiata da che mi sono rotto il braccio. Ora, vedo ancor più la manifestazione di Dio negli esseri umani. Dio mi ha detto: <<Io dimoro negli uomini, gioiscine con essi>>. Egli si manifesta maggiormente nei devoti dal cuore puro. Ecco perché provo un così vivo affetto per Narendra e Rakhal.
Ai bordi del lago, spesso si osservano delle piccole fessure che brulicano di granchi e di pesci. Così, nell’uomo si scopre una più intensa concentrazione di divinità. Si dice che l’uomo sia più grande dello shalagram ( guscio fossilizzato usato nell’Asia meridionale come simbolo iconico e promemoria del dio Vishnu come principio universale di alcuni indù) . L’uomo è Narayana (manifestazione divina, solitamente identificata con Viṣṇu ) medesimo. Se Dio può manifestarsi in una immagine, perché non nell’uomo? Dio si incarna in un corpo umano, e gioca le parti di Rama, Krishna, o Chaitanya. Meditare su di una Incarnazione divina vuol dire meditare su Dio stesso.
Bhagavan Das entra. E’ un fedele della Brahmo-Samaj (movimento religioso induista)
Sri Ramakrishna, a Bhagavan Das:” La religione eterna, la religione dei rishi esiste da tempi immemorabili, ed esisterà sempre. Nel sanatana dharma (La legge universale, eterna, nei Veda) , si trovano tutte le forme di adorazione; l’adorazione di Dio con forma, ed anche di Brahman senza forma. Vi è il cammino della conoscenza e quello dell’amore. Le altre sette religiose, i culti moderni dureranno due, tre giorni; poi, spariranno.
Sri Ramakrihna