Il prossimo incontro si terrà mercoledì 08 gennaio 2020. Vi aspetto per un nuovo confronto gioioso e costruttivo
“Abbiamo creato una società fatta di solitudine, formata da persone che sono sempre più sole, ma che lottano contro la solitudine. Abbiamo costruito un mondo in cui non siamo più in grado di vivere in comunità, ma non sappiamo nemmeno stare soli. Tanto la solitudine quanto la compagnia sono diventati dei problemi. Il tema della solitudine è emerso in maniera importante durante l’epoca del Romanticismo. Prima di allora non se ne parlava, così come non era considerato il problema dell’individualismo. Le persone, sostanzialmente, vivevano in comunità. Di solito tutta la famiglia viveva in un unico spazio, dai nonni, ai figli, ai nipoti e via dicendo. I rapporti con i vicini erano solidi, forti, ci si conosceva tutti perché si viveva nella stessa casa. C’erano molti rituali che si eseguivano insieme e coinvolgevano praticamente tutta la popolazione, come le funzioni domenicali, le feste del paese, ecc. Era ben chiaro per tutti che ogni persona faceva parte della comunità.
Con l’avvento del Romanticismo, però, tutto cambiò e la coppia divenne la risposta a tutto. Una coppia privata, solitaria, immersa nel proprio mondo. La società iniziò a organizzarsi intorno al concetto di coppia e di nucleo familiare. E da lì, la solitudine cominciò ad acquisire una connotazione piuttosto drammatica, direi. Il concetto di coppia ha acquisito un significato del tutto singolare: sembra che non avere un partner significhi essere soli, come se il mondo fosse formato esclusivamente da coppie. Una rottura amorosa, quindi, implica il declino totale, la disfatta, come se il rapporto a due sia l’unica fonte di gratificazione e soddisfazione.” Formare dei gruppi, delle piccole comunità in cui poter comunicare i propri bisogni e condividere serenamente il proprio modo di essere diventa oggi sempre più urgente. Noi ci stiamo provando…surya
https://www.studiogayatri.com/…/laboratorio-single-studio-…/
“Abbiamo creato una società fatta di solitudine, formata da persone che sono sempre più sole, ma che lottano contro la solitudine. Abbiamo costruito un mondo in cui non siamo più in grado di vivere in comunità, ma non sappiamo nemmeno stare soli. Tanto la solitudine quanto la compagnia sono diventati dei problemi. Il tema della solitudine è emerso in maniera importante durante l’epoca del Romanticismo. Prima di allora non se ne parlava, così come non era considerato il problema dell’individualismo. Le persone, sostanzialmente, vivevano in comunità. Di solito tutta la famiglia viveva in un unico spazio, dai nonni, ai figli, ai nipoti e via dicendo. I rapporti con i vicini erano solidi, forti, ci si conosceva tutti perché si viveva nella stessa casa. C’erano molti rituali che si eseguivano insieme e coinvolgevano praticamente tutta la popolazione, come le funzioni domenicali, le feste del paese, ecc. Era ben chiaro per tutti che ogni persona faceva parte della comunità.
Con l’avvento del Romanticismo, però, tutto cambiò e la coppia divenne la risposta a tutto. Una coppia privata, solitaria, immersa nel proprio mondo. La società iniziò a organizzarsi intorno al concetto di coppia e di nucleo familiare. E da lì, la solitudine cominciò ad acquisire una connotazione piuttosto drammatica, direi. Il concetto di coppia ha acquisito un significato del tutto singolare: sembra che non avere un partner significhi essere soli, come se il mondo fosse formato esclusivamente da coppie. Una rottura amorosa, quindi, implica il declino totale, la disfatta, come se il rapporto a due sia l’unica fonte di gratificazione e soddisfazione.” Formare dei gruppi, delle piccole comunità in cui poter comunicare i propri bisogni e condividere serenamente il proprio modo di essere diventa oggi sempre più urgente. Noi ci stiamo provando…surya
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