Tantra è una parola sanscrita che racchiude due concetti e due radici. Tan significa espansione e tra significa liberazione. Espansione rappresenta l’espansione della consapevolezza e liberazione rappresenta la liberazione dell’energia. La mente umana si muove entro confini limitati ed ha un limite alla msua capacità di esperienza e conoscenza. Peraltro è possibile estendere l’area dell’esperienza umana ed ottenere la consapevolezza attraverso i limiti sensoriali. La mente normale dipende dai sensi per conoscere e percepire, ed è quindi limitata dalle capacità dei sensi. Questo significa che le nostre percezioni sono condizionate, non sono assolute. Per superare queste limitazioni e condizioni, è necessario un metodo attraverso il quale la mente possa espandersi oltre le
normali frontiere. Per liberazione si intende liberazione della shakti, cioè liberazione dell’energia dalla materia. La liberazione è un processo molto sottile che avviene in ogni materia. Nel tantra, utilizzando certe tecniche, si libera la shakti dal materiale di base, alla radice della colonna vertebrale. Si consideri il tantra come un’insieme di tecniche per l’espansione della consapevolezza, e di conseguenza, la liberazione della shakti. Per risvegliare ed espandere la consapevolezza il più importante strumento usato nel tantra è il mantra. Il mantra è un suono o una vibrazione. Come onde ed increspature sono create dal lancio di un sasso in un lago, così il mantra crea onde di risonanza nello stato della propria consapevolezza. La risonanza viaggia molte volte dal cervello su e giù lungo la colonna vertebrale e, con il passare del tempo, le onde di risonanza del mantra modificano lo stato di consapevolezza. Un altro potente strumento del tantra è lo yantra. Gli yantra sono particolari forme geometriche che sono
combinazioni di punti, linee e cerchi. Essi rappresentano la base profonda degli archetipi di un individuo. La consapevolezza può essere definita in termini di esperienze individuali. Queste esperienze sono immagazzinate in forme geometriche rappresentate dagli yantra.
Qualsiasi suono udiamo, qualsiasi forma vediamo, qualsiasi pezzo di conoscenza conquistiamo e qualsiasi cosa il cervello registra, direttamente o indirettamente, è trasportato nella più profonda realtà della mente, ma non nello stesso modo in cui i sensi li ricevono. Sono trasformati in simboli particolari o in certi linguaggi che sono conosciuti come simboli o samskara. Ogni esperienza è nella forma di seme nella propria mente inconscia. I disturbi sono lì, la conoscenza è lì, il dolore, la sofferenza, e la felicità sono lì. Non esiste alcuna esperienza che non sia lì, ma la peculiarità della natura fa sì che siano in uno stato simbolico. La loro esplosione è l’obbiettivo del tantra. E’ facile dire “Svuota te stesso” ma se si svuota la mente consapevole, questo non vuol dire svuotare la coscienza. Non si può
svuotare se stessi sino a quando tutti i simboli non si sono espressi, e per fare questo occorre praticare la concentrazione sugli yantra. Il mandala è il concetto pittorico. Il mandala cristallizza mentre lo yantra elimina. L’intera mente è svuotata dai sui samskara attraverso gli yantra, quindi è riempita con la consapevolezza del mandala. Pertanto mantra, yantra e mandala sono i tre strumenti che costituiscono il sistema pratico del tantra. Il tantra è stata la prima scoperta dell’uomo. E’ antecedente alla letteratura vedica ma è stato scritto successivamente. Nei tempi antichi, quando l’uomo viveva in stretto contatto con la natura, si muoveva in modo naturale. I suoi concetti filosofici, morali e religiosi non rappresentavano le basi filosofiche della società, della nazione o della religione; servivano esclusivamente per la sua personale evoluzione. Cercava di realizzare un più alto stato della sua vita piuttosto che più alti valori di una società. C’è differenza fra questi due concetti. Più alti valori nella vita significano spiritualità;
più alti valori sociali significano civilizzazione ed una nazione. Nel mondo attuale ci sono molti paesi con elevati valori sociali ma bassi
valori della vita. Il sistema tantrico non origina da nessun sistema organizzato
pianificato. Origina da ciascun individuo come una necessità naturale. Durante il suo evolversi l’uomo sperimentava diverse cose e cominciava a chiedersi come mai accadevano. Per esempio, se qualcuno sognava che accadeva qualcosa e questa accadeva, cominciava a chiedersi come si potevano sognare cose che dovevano accadere. Cosicché le persone che riflettevano iniziarono
a cercare la fonte della loro conoscenza intuitiva, e alla fine conclusero che c’era una mente più elevata e che questa mente non era vincolata dal tempo e dallo spazio. Gli uomini cominciarono a riflettere sulla loro esistenza cercando di oltrepassare le loro limitazioni mentali e contattare la spiritualità più elevata. Con questo obbiettivo svilupparono certe pratiche che aumentarono la loro personale consapevolezza, facendoli diventare più intuitivi. In diversi luoghi, compresa l’India ed il Messico, centinaia di pratiche furono sviluppate per risvegliare particolari facoltà. Si cercarono vari metodi di concentrazione e di lavoro; si usarono erbe, minerali, narcotici, alcol, sostanze fermentate, ripetizione di mantra, l’uso dei suoni, di campane, tamburi, trombe e qualsiasi forma di musica e di danza. Ma questo era caotico senza libri o un sistema appropriato. Solo più tardi, dopo il periodo vedico, alcune menti spiritualmente evolute si accorsero del grande potenziale contenuto nel sistema tantrico e l’ordinarono in forma di libri.
Alcuni suggerirono una vita austera e puritana; altri raccomandarono meditazione e pratiche spirituali, e ci furono alcuni che suggerirono il sentiero della devozione e della religione. E’ così che si è sviluppata la scienza del tantra nel corso dei secoli. Per sviluppare una mente più elevata furono sperimentate diverse pratiche e queste formarono i diversi sentieri del tantra. Il primo sentiero è conosciuto come “dakshina marga” o tantra della mano destra. E’ per coloro che sono dei capi famiglia o si avviano su una strada spirituale essendo votati alla rinuncia. Questo sentiero parla di austerità e di purezza, purezza di pensieri, di cibo, di vita e di devozione. Il sentiero della mano destra è molto lento e può essere paragonato ad viaggio su un carro trainato da buoi. Ovviamente molte persone non erano soddisfatte da questo sentiero, cosicché lo resero più potente aggiungendo la pratica dello yoga, asana, pranayama, mudra, bandha, hata yoga. Ma presto scoprirono che non era una via molto veloce. La sola differenza era che sembrava di viaggiare in bicicletta. Cosicché scoprirono nuove strade, compreso il sentiero del kundalini yoga. Nel kundalini yoga scoprirono muladhara chakra e che, se si può risvegliare questo chakra, si può facilmente sviluppare una mente più elevata. Successivamente scoprirono che l’atto sessuale può realizzare questo risveglio. Durante l’atto sessuale sono create due opposte energie dall’uomo e dalla donna, e queste due energie possono causare un risveglio esplosivo in muladhara chakra. Sorse all’ora una questione: “Come mai tutti lo fanno e la loro kundalini non si risveglia?”. Cominciarono a riflettere su questo. Trovarono la pratica di vajroli mudra e sahajoli mudra. Utilizzando vajroli mudra si evita la fuoriuscita della shakti, l’energia. Generalmente quando finisce
l’orgasmo c’è una caduta; ma se l’orgasmo può essere contenuto o continuato, muladhara chakra si risveglia e la shakti può essere diretta nel cervello. Questa fu conosciuta come “vama marga” il tantra della mano sinistra. Nel kundalini yoga si dice che il cervello sia il centro della più alta consapevolezza, ma non è completamente funzionante. Il cervello è composto da differenti zone e molte di queste sono totalmente inattive. Queste zone hanno speciali capacità che possono
svilupparsi attraverso le pratiche tantriche. In sanscrito marga significa sentiero o via e vama significa donna ed inoltre sinistra. Secondo il tantra la donna siede sempre alla sinistra dell’uomo cosicché è chiamata vama. Pertando vama marga significa il sentiero del tantra con la donna. Il contenuto del vama marga è che il risveglio della kundalini è possibile attraverso l’unione dell’uomo e della donna. Questo
concetto è assimilabile al processo di fissione e fusione descritto nella fisica moderna. Uomo e donna rappresentano l’energia positiva e negativa. A livello mentale rappresentano tempo e spazio. Ordinariamente queste due forze giacciono in poli opposti. Peraltro, durante l’atto sessuale, esse escono dalle loro posizioni di polarità, dirigendosi verso il centro. L’evento naturale che ha luogo tra un uomo e una donna è considerato come l’esplosione di un centro di energia. In qualsiasi settore della vita, è l’unione fra i poli positivi e negativi che è responsabile della creazione. Nello stesso tempo, l’unione fra i poli positivi e negativi è pure responsabile dell’illuminazione, e l’esperienza che ha luogo durante l’unione sessuale è uno sguardo sulle più alte esperienze. L’atto sessuale è solo un elemento del vama marga, non è certo tutto il tantra della mano sinistra, che implica rituali che occorre rispettare, occorre conoscere in quale ordine particolare ripetere i mantra, in quali centri del corpo concentrarsi, quali mudra eseguire, per quanto tempo occorre meditare. I concetti filosofici del tantra raggiungono le più grandi altezze nel tentativo di esprimere l’inesprimibile, senza però perdere di vista l’importanza dell’applicazione pratica. Molte filosofie si perdono in parole e non sono applicabili alla maggior parte delle persone; esse formulano dei concetti complessi che non sono affatto in relazione con l’individuo ed i suoi tentativi di affrontare e capire la vita. Raramente si sforzano di dimostrare all’individuo come lui stesso possa fare l’esperienza della consapevolezza superiore. Il tantra invece è un sistema basato sulla pratica. Consiste in un vasto numero di pratiche, che possono adattarsi ad ogni tipo di persona, combinati con i più alti concetti che i saggi
tantrici hanno formulato, in tutte le epoche, durante stati di profonda meditazione. Il tantra è sopratutto una scienza e non chiede di credere ad ogni cosa alla lettera; è un sistema che va provato e sperimentato, poiché solo grazie all’esperienza si può credere a ciò che si è ascoltato. L’essenza del tantra è l’esperienza personale attraverso la pratica. Il tantra insegna la conoscenza e l’esperienza del macrocosmo per mezzo del microcosmo, insegna la conoscenza dell’illimitato attraverso i mezzi del limitato, la conoscenza della suprema coscienza (paramatman) attraverso la coscienza individuale (jivatman). E’ un mezzo che insegna ad utilizzare ciò che è materiale per mettersi in sintonia con l’immateriale; ad usare il manifesto per conoscere l’immanifesto. E’ un metodo per essere assorbiti nell’infinito per mezzo di un vortice di oggetti ed energie materiali. Il mondo viene usato come un ponte verso ciò che sta oltre, verso ciò che è indescrivibile. Il tantra ha per scopo di espandere l’esperienza della vita di ogni giorno, di godere e di vivere la vita pienamente, quale mezzo verso la consapevolezza superiore. L’esistenza è divisa in due aspetti il manifesto e l’immanifesto. Nel tantra indiano questi due aspetti sono chiamati Shiva (coscienza) e Shakti (forza od energia della manifestazione). Nel linguaggio moderno Shakti è indicata come madre natura. La stessa madre natura, Panchamama, che si ritrova nelle tradizioni andine che possono essere considerate facenti parte del tantra poiché questo è un sistema che continua la tradizione che è stata praticata in tutto il mondo da tempi immemorabili. La divisione di Shiva e Shakti è verificabile attraverso l’esperienza personale con l’accrescersi della consapevolezza, ed è stata confermata dai mistici nel corso delle loro meditazioni dove, ad alti stati di consapevolezza, il concetto viene superato ed i due aspetti diventano la stessa cosa. Una parte integrante del tantra è l’uso del suono nella forma di mantra quale metodo per invocare delle forze superiori. Sono usate anche delle forme geometriche, mandala e yantra. Sia i mantra sia le forme geometriche costituiscono una parte integrante di molti sistemi universali, sopratutto di sistemi esoterici. Il termine tantra è composto di due parole: tanoti e trayati. La parola tanoti significa ‘espandere, allungare, estendere’, mentre la parola trayati significa ‘liberare’. Perciò tantra vuol dire espandere la propria esperienza e consapevolezza in ogni cosa, estendere le frontiere della comprensione oltre il materiale e quindi raggiungere la conoscenza spirituale e la liberazione. Il tantra è anche conosciuto come tantrica, kauladharma, kaulica o kaula. Il termine kaula deriva dalla parola kula che significa famiglia, società, comunità. Perciò, kaula, kaulika e kauladharma possono essere interpretati come la via della comunità, la via della famiglia, o anche la via della fratellanza e dell’amicizia. La parola kula significa inoltre la forza cosmica di manifestazione (Shakti) e akula significa coscienza (Shiva), Perciò, il sentiero di kaula è l’unione di Shiva e Shakti, unione cosmica o nirvana. Viene affermato che il sistema di kaula implichi semplicità di vita combinata con armonia dell’ambiente interiore ed esteriore, assieme ad una comprensione ed accettazione degli altri. La forza cosmica addormentata nell’uomo è spesso conosciuta come kulakundalini. Perciò kauladharma è un sistema per liberare le forze ed il potenziale cosmico (kundalini o Shakti) nell’uomo. Il tantra è un sistema che ha per scopo di insegnare come vivere pienamente. E’ un mezzo per affrontare con successo la vita e le sue apparenti complicazioni e alla fine raggiungere l’illuminazione. Il tantra è un compendio di numerosi altri sistemi, in quanto comprende ed ingloba una vasta selezione dei diversi aspetti della vita umana. Riguarda il campo fisico, quello psichico, quello mentale e quello spirituale. L’origine del tantra, non formulato come tale, risale alla preistoria, non è nato dall’ispirazione di una sola persona, ma è cresciuto lentamente attraverso i secoli, si è sviluppato in tutte le parti del mondo e non ha seguito uno schema fisso di crescita, ma la sua evoluzione ha subito delle variazioni secondo le circostanze locali e l’influenza di diversi saggi o yogi tantrici.
In India il tantra ha iniziato ad assumere le sembianze del sistema che conosciamo ora quando l’uomo ha imparato l’arte della scrittura.Il tantra ha abbracciato un vasto numero di sistemi, che a volte potevano sembrare opposti o dare l’impressione di escludersi a vicenda. Non ha cercato di sradicare delle credenze apparentemente antagoniste. Quest’attitudine di tolleranza è possibile solo quando un sistema cresce naturalmente in un ambiente di apertura, gioia, e libertà, privo di dogmi. Ciò può avvenire solo quando un sistema procura i risultati e le esperienze che promette, quando effettivamente produce pace e contentezza, quando realmente rende le persone più consapevoli e comprensive. I dogmi possono prendere piede solo quando le persone sono infelici, quando vivono in stati inferiori di consapevolezza e quando, a causa di mancanza di esperienza, sono insicure di se stesse. Il tantra è un sistema che è cresciuto naturalmente con l’uomo, un modo di vita che si è sviluppato spontaneamente, seguendo i movimenti e la vita dell’uomo nelle varie epoche. Nelle sue numerose forme, è cresciuto e maturato con l’uomo man mano che egli si è adattato a nuove situazioni ed ha adottato nuovimodi di vita. Per questo motivo il tantra è sia tollerante che pratico, poiché si èsviluppato in modo naturale, in risposta ai bisogni dell’uomo. Nacque non con lo scopo di rinunciare al mondo o di sfuggirlo, ma per permettere di sperimentare più pienamente le cose del mondo e allo stesso tempo usare le vie del mondo allo scopo di attingerestati più elevati di consapevolezza. Non è un sistema stagnante, è un sistema che si adatta ai bisogni di ogni tempo. Per questo motivo è una credenza tantrica che i vecchi testi sul tantra si dissolveranno e che ne verranno sempre scritti di nuovi per sostituirli. L’essenza dei testi sarà la stessa, ma l’espressione e la relazione con le condizioni sociali prevalenti sarà diversa. Il tantra si è modificato e si è sviluppato attraverso le epoche, non è rimasto attaccato ad un dogma fisso, continua ancora a crescere e adattarsi all’era presente continuando a plasmare se stesso secondo i bisogni dell’uomo.Uno dei testi tantrici più completi è il “Maha Nirvana Tantra” (suprema liberazione e illuminazione). Riguarda la metafisica, la filosofia, la vita di ogni giorno e la vita spirituale. Tratta della creazione e della distruzione dell’universo, del modo di
liberarsi dall’ignoranza, della natura di Shiva e Shakti, del culto di Brahman e dei deva, gli esseri celesti. E’ sopratutto orientato verso la pratica e descrive nei dettagli rituali, mantra, yantra, japa, yoga e altre forme pratiche, sadhana. Il testo si riferisce anche alla vita di ogni giorno e prescrive delle regole per armonizzare l’interazione dell’individuo con la società. Consiste essenzialmente in una serie di conversazioni tra il grande dio Shiva e la sua Shakti, consorte-energia. Shiva dà le sue istruzioni sul modo di eseguire gli esercizi di meditazione e proiezione mentale, esercizi yogici di tipo individuale, mantra per la concentrazione e il training mentale, cerimonie sacre; fornisce inoltre informazioni di fisiologia circa il sistema dei chakra e sull’importanza del tantrismo. I testi tantrici danno descrizioni elaborate delle diverse ere del mondo manifesto. Si dice che il l’universo si manifesti per la durata di una giornata di Brahma e che venga riassorbito in una forma non manifesta per la durata di una notte di Brahma. Il giorno di Brahma è chiamato kalpa e si dice abbia durata di 4.320 milioni di anni. Questo periodo è poi suddiviso in mahayuga (grandi ere) che si ripetono periodicamente. Ognuna di queste mahayuga si suddivide a sua volta in quattro yuga (ere):
❤️Satya Yuga: l’età dell’oro o era della verità
❤️Treta yuga: l’età dell’argento
❤️Dwapara Yuga : l’età del bronzo
❤️Kali yuga: l’età del fuoco o età buia
Secondo il tantra e molti altri sistemi in tutto il mondo, ora stiamovivendo nell’età buia (kali yuga). Si reputa che questa età sia iniziata 3.120 anni prima dell’era cristiana. E’ detto anche che il periodo che stiamo vivendo sia un’epoca in cui la vita è sempre meno armoniosa e le persone mancano quasi totalmente di equilibrio nel rapporto con loro stesse e con l’ambiente circostante. Si dice che ognuna delle quattro ere abbia il proprio tipo di scrittura per condurre ogni individuo alla consapevolezza superiore, se ne ha l’aspirazione. Le scritture tantriche vengono considerate ideali per l’attuale kali yuga. Nel “Kularnava Tantra” si afferma: “Nel satya yuga la forma di scrittura è la rivelazione (sruti). Nel treta yuga devono essere servite scritture memorizzate (smriti). Le scritture del dwapara yuga sono i purana (scritture nella forma di miti), mentre l’agama (tantra) è la più indicata per il kali yuga.” La scrittura dell’età di satya non si trova in nessun libro, essa è la diretta esperienza rivelatrice dell’individuo, non c’è bisogno di una scrittura, non c’è la necessità di affidarsi alle parole di altri, poiché si avrà l’esperienza personale diretta del significato di tutte le scritture. Questo è il senso di sruti, la scrittura dell’età della verità. Si dice che nel treta yuga le persone abbiano una minore capacità di comprendere, sperimentare ed apprezzare i segni più elevati di conoscenza e consapevolezza. Per questo motivo è necessario che
le esperienze dei veggenti siano riportate in forma scritta e memorizzate. Il tantra ha pienamente compreso che epoche differenti richiedono metodi e pratiche spirituali differenti per raggiungere l’illuminazione. Inoltre, le spiegazioni e le presentazioni di testi specifici sono appropriate solo per una determinata epoca, dopo la quale i testi devono essere presentati in un’altra forma. Il tantra non ha mai asserito che qualcuno dei suoi testi rappresenti la formulazione definitiva per ciò che concerne la vita spirituale. Anzi, ha sempre affermato che i singoli testi sono adeguati solo ad un certo periodo, dopo il quale diventano superflui. Secondo una credenza tantrica, i testi vecchi diventati superflui spariscono automaticamente. I tantra osservano che le attitudini dell’uomo e le condizioni dell’ambiente cambiano col tempo, quindi le istruzioni ed i metodi dei testi spirituali devono anch’essi cambiare. E’ in questo modo che essi potranno aiutare l’uomo e non ostacolarlo. Il mezzo è diverso ma lo scopo è lo stesso.
Il tantra comprende un vasto numero di scuole, principali e minori, che hanno rituali e pratiche spirituali con caratteristiche differenti. Fondamentalmente tutte le scuole seguono lo stesso sentiero, in
quanto le differenze, anche quelle più grandi, sono solo modi diversi per esprimere, ed eventualmente sperimentare, la stessa cosa. Il tantra può essere diviso in cinque scuole, in relazione alla divinità
che è venerata e che è alla base del loro sadhana.
Scuola Divinità
❤️ Vaishnava: Vishnu
❤️ Shaiva: Shiva
❤️ Shakta: Shakti
❤️ Saura: Surya (il sole)
❤️ Ganapatya: Ganapati o Ganesha
I testi tantrici sono spesso chiamati agama. I testi delle scuole shaiva e shakta si presentano generalmente nella forma di un dialogo tra Shiva e la sua consorte Shakti. Shiva ha il ruolo di insegnante spirituale (guru) e Shakti ha il ruolo del discepolo (shishya), qualche volta è Shakti ad avere il ruolo di insegnante. Questa forma di dialogo tra insegnante e discepolo è significativa poiché mostra l’importanza della relazione guru-discepolo, questo è un aspetto fondamentale del tantra. La trasmissione orale della conoscenza in una successione ininterrotta da guru a discepolo viene detta guru shishya
parampara. La scuola Shaiva basa i propri riti e le proprie pratiche sulla sintonia e l’armonizzazione diretta con la coscienza. Personifica la coscienza nella forma del signore Shiva, che è il substrato dal quale il mondo manifesto nasce attraverso l’azione di Shakti. E’ una scuola che dà maggiore enfasi alla rinuncia, sia mentale sia fisica, benché, per motivi pratici, solo la rinuncia mentale sia veramente importante.
La filosofia di base dello shivaismo è la stessa degli shakta, dice che l’assoluto Brahman è sia statico sia dinamico. Esso è onnipervadente e trascendentale (coscienza), ed è dinamico (energia); la staticità è Shiva e la parte dinamica è Shakti. Tutta la creazione universale non è che un gioco di Shakti. Tutto il mondo non è in realtà un’illusione, in un senso più elevato, ma l’espressione di Shakti. Gli shivaiti venerano l’aspetto statico mentre gli shakta venerano l’aspetto dinamico, questi aspetti si ritrovano nelle pratiche delle due scuole. Tuttavia lo scopo e la meta sono gli stessi. La scuola shakta basa la propria pratica sulla venerazione di Shakti, la forza cosmica che crea, mantiene e eventualmente ritira l’universo. Ciò include ogni individuo. Shakti è radicata nel passivo ed è la forma attiva dell’aspetto
passivo, immutabile, conosciuta come coscienza (Shiva). La coscienza individuale è radicata in Shiva, mentre il corpo e la mente sono manifestazioni di Shakti. Per questo, il sadhana degli shakta comprende la purificazione e l’uso del corpo, della mente e del mondo materiale in generale quale mezzo per mettersi in sintonia con la coscienza sottostante, ed è attraverso la manifestazione di Shakti nel proprio corpo e nella propria mente che l’individuo può attingere all’esperienza suprema. Gli shakta vedono il mondo come luogo che va utilizzato e goduto per fondersi con la coscienza. In questo gli shivaiti e gli shakta si differenziano. Gli shivaiti dicono di rinunciare e perdere l’interesse per il mondo degli oggetti il più possibile, mentre gli shakta affermano che il mondo va utilizzato e goduto. La meta finale è la stessa, la trascendenza. Gli shakta rappresentano Shakti sotto molteplici forme. Essa è molto conosciuta come Kali, Tara, Devi, Tripura, Sundari, Bhairavi, Saraswati, Lakshmi, Durga e varie altre ancora.
Questi diversi aspetti dell’energia cosmica sono rappresentati come figure femminili, o dee. Queste forme femminili sono solo dei mezzi efficaci per rappresentare aspetti specifici della forza cosmica, la quale non è veramente femminile, così come Shiva (coscienza) non è veramente maschile. Essi vengono rappresentati sotto forme femminili e maschili solo per facilitarne la comprensione.Il sentiero degli shakta prevede l’accettazione e l’utilizzazione delle forze che vediamo, sentiamo e sperimentiamo intorno a noi. Lo scopo è di creare armonia tra gli individui e l’ambiente. Ciò porterà calma, accettazione e comprensione in relazione con il mondo in cui viviamo, che insieme all’utilizzo delle forze cosmiche attraverso l’uso dei mantra e degli yantra costituisce un mezzo per raggiungere la consapevolezza superiore. Shiva rappresenta il non manifesto e Shakti il manifesto. Shiva è il senza forma e Shakti la forma. Shiva è coscienza e Shakti è energia, non solo nel cosmo come un tutto, ma anche in ogni individuo, Shiva è la suprema coscienza che pervade ogni individuo e Shakti è la forza che manifesta il potenziale contenuto nella coscienza nell’uomo e nell’universo. Le radici di Shakti sono in Shiva. Anche se una è manifesta è l’altro non manifesto, alla fine sono uno, la stessa cosa. Shakti è mutabilità nell’immutabilità e Shiva è immutabilità quale radice della mutabilità. In termini logiciquesta relazione sembra contraddittoria, tuttavia l’esperienza della perfetta identità e unità dell’immutabilità e della mutabilità e la dissoluzione della dualità sono lo scopo del tantra e anche dello yoga. Non c’è differenza tra Shiva e Shakti, ma questo non si può realmente comprendere se non negli stadi di consapevolezza superiore. Lo scopo del tantra è di ripercorrere all’inverso, in un certo senso, il sentiero della manifestazione, in modo che Shakti sia il veicolo per riunire l’individuo con Shiva e conoscere la suprema esperienza samadhi, l’unione di Shiva e Shakti, unione dell’essere individuale (jiva) con l’essere supremo (paramatman). Il tantra afferma che Shakti, o la forza che crea dei centri separati di manifestazione, per esempio oggetti, individui o altro, è in essenza la coscienza stessa, Shiva. Tuttavia, la potenza del mondo fenomenico attorno a noi vela se stessa, attraverso maya, e negli stadi ordinari di consapevolezza non è ovvio che essa sia in verità coscienza. Ognuno e ogni cosa nell’universo creato non è altro che coscienza manifesta, non c’è nessun cambiamento nella natura o nel contenuto di questa, anche se tutto viene da essa. Il tantra considera l’universo materiale come la forma, il modello o l’espressione della totalità. Secondo il tantra sia il manifesto sia il non manifesto sono reali. Si deve usare il proprio corpo, la mente e altri aspetti del mondo per conoscere ciò che sta oltre. Se si
considerano la mente e il corpo non reali non è possibile praticare le tecniche spirituali. Shiva è il padre di tutto ciò che si muove e di tutto ciò che è immobile, viene raffigurato coperto da una pelle di tigre e con in mano un tridente che rappresenta le tre qualità della natura: tamas, inerzia o oscurità, rajas, attività e satva, luce e armonia. Si dice che calchi un toro di nome Nandi E’ simboleggiato dallo shivalingam. Egli è totalmente incondizionato, in un continuo stato di nirvikalpa samadhi, stato in cui lo yogi viene definitivamente liberato dalla coscienza dell’ego, con totale assenza di dualità. Shiva è il re di tutti gli yogin, Yogeshvara, in quanto rappresenta l’esperienza suprema. E’ conosciuto come Kuleshana, signore dei kaula, coloro che hanno raggiunto i più alti livelli del tantra,
Kaulachara.
Shakti è conosciuta sotto molti nomi ed aspetti. E’ conosciuta come Prana quando è associata con l’organizzazione e la crescita della materia in tutte le forme di vita. E’ conosciuta come kundalini, la potenza che giace addormentata in ogni cosa, compreso l’uomo e che può essere liberata attraverso pratiche yogiche e tantriche, come pure tutte le altre pratiche spirituali. Essa è conosciuta come Kali, colei che dissolve, non la distruttrice, dell’universo, che ritira ogni cosa nel suo grembo al termine dell’arco di vita assegnato. E’ conosciuta come Maya, la creatrice di illusione, in quanto è attraverso la sua potenza che veniamo resi incapaci di vedere l’unità e di conoscere la consapevolezza superiore. Allo stesso tempo, è attraverso la potenza di Shakti che il mondo viene sperimentato, poiché è lei che crea la mente e il corpo. E’ attraverso Shakti che Shiva può fare esperienza di se stesso. Shakti è anche Parabrahman, l’assoluto, quando essa diventa Brahman nel momento in cui Shiva e Shakti si uniscono. Shakti è continuamente attiva creando,mantenendo e poi riassorbendo o dissolvendo ogni cosa in Shiva, solo per ricreare nuovamente. Questo è un processo continuo senza fine. In un libro tantrico, il “Saundarya Lahari”, si dice: “Come può Shiva funzionare senza Shakti?”. Per questo il tantra afferma che per unirsi con la coscienza bisogna usare Shakti come mezzo. C’è un’esperienza suprema nella quale Shiva e Shakti non esistono più come entità separate. Alcuni la chiamano Brahman, altri la chiamano “non questo, non quello” per dimostrare che è inesprimibile. Altri dicono che essa è uno senza secondo. E’ lo stato di nirvana, samadhi, unità perfetta. Questo è lo stadio in cui Shiva si fonde tanto intimamente con Shakti che essi diventano uno. Essi si abbracciano l’un l’altra tanto strettamente che cessano di essere separati. Questo è il significato di molte sculture indiane della personificazione maschile e femminile di Shiva e Shakti. Esse raffigurano lo stato di essere, l’abbraccio estasiato dove l’auto identificazione e la separazione svaniscono. Questo è l’abbraccio divino. Il tantra è chiamato Bhuktimuktikaranika, il sistema di gioia ed illuminazione o liberazione attraverso l’esperienza. Non vede alcuna rigida demarcazione o distinzione tra vita mondana e spirituale, considera ogni cosa come parte del tutto. In questo senso esso si differenzia da molti altri sistemi, che tendono a dissociare completamente vita mondana e spirituale, spesso affermando che il piacere nella vita costituisce un impedimento al progresso sulla via della consapevolezza superiore. D’altra parte, il tantra afferma che il mondo c’è per essere sperimentato, per farne esperienza, conoscerlo e alla fine raggiungere l’illuminazione. Ha per scopo di portare l’individuo alla consapevolezza superiore qui ed ora in ogni azione. Molta parte del tantra è in forma ritualistica utilizzando mantra, mudra, mandala e yantra, quali mezzi per entrare in contatto con le cose che la scienza non può contattare. I riti del tantra sono efficaci, se vengono realizzati correttamente, non con libri o teorie ma nell’esperienza personale. I riti sono utilizzati per evocare e sintonizzarsi con livelli di esistenza psichici, eterici ed altro, che si trovano oltre la normale
percezione. Lo scopo del tantra è di entrare in sintonia con questi diversi livelli di manifestazione. Il tantra è un sistema che cerca di rendere l’individuo più consapevole di ogni pensiero e di ogni azione. Ciascun rituale richiede attenzione, indipendentemente dal fatto che si tratti di riti devozionali oppure di un lavoro o dovere giornaliero. Ogni rituale deve essere compiuto con attenzione, non meccanicamente o inconsciamente; deve essere praticato con consapevolezza, che conduce alla fine alla meditazione. La devozione tantrica non è confinata al tempio. Essa inizia dal risveglio al mattino e continua sino al momento del ritorno al letto la sera. Il suo scopo è di intensificare la consapevolezza, e ciò porta il praticante ad un flusso costante di meditazione nel corso di tutta la giornata. Nei riti tantrici vengono utilizzati mandala, centri focali di forze cosmiche; infatti durante i riti devozionali ed altre pratiche tantriche, un mandala diventa il centro dell’universo in un senso simbolico ed anche in un senso molto più profondo che sta oltre la normale comprensione. Un mandala tantrico di solito è tracciato secondo un piano prestabilito, poiché tracciare il mandala è un rito tantrico in se stesso. Nel sistema universale ogni cosa nel mondo manifesto è, in essenza, un mandala. Ogni oggetto è un punto focale di coscienza, ogni cosa è un punto di manifestazione di Shakti, un’espressione della coscienza sottostante. Per questo motivo la concentrazione profonda su qualsiasi cosa, dharana, può portare alla consapevolezza superiore e alla comprensione della natura più profonda dell’oggetto. Uno yantra è una forma specifica di mandala che consiste di forme geometriche e figure e, talvolta, diagrammi di divinità, specialmente nel sistema tantrico buddhista. E’ una forma particolarmente potente di mandala ed una concentrazione profonda su di esso può portare ad una comprensione superiore della sua natura. La parola sanscrita yantra è molto descrittiva e perfettamente adatta per questa forma di mandala, il significato è: uno strumento, una macchina, un attrezzo. E’ un mezzo per sintonizzarsi con la coscienza, per indurre stati di meditazione. Assieme ai mandala e agli yantra, i mantra costituiscono gli aspetti
più importanti del tantra. Sono l’essenza del tantra pratico. Ad un livello grossolano, i mantra sono degli speciali schemi sonori. Ad un livello più profondo essi sono molto di più. Quasi invariabilmente i
mantra ed i mandala o yantra vengono utilizzati insieme per formare combinazioni potenti. Un madala, yantra o devata (divinità), è la forma della coscienza, mentre il mantra è il veicolo della coscienza. Il mandala, yantra o devata è la forma manifesta, la configurazione di Shakti, mentre il mantra, che è anche Shakti, costituisce il legame tra la coscienza e la forma. La forma visiva rappresenta l’espressione, mentre il mantra è il veicolo dell’espressione. Il mantra è il legame diretto con ciò che sta oltre. Il mondo che conosciamo è materializzato e formato tramite dei mantra, attraverso il suono a tutti i livelli e gradi di sottigliezza, generalmente oltre la nostra normale percezione del suono. I mantra hanno origine nel substrato della coscienza di Shiva e possono essere usati per percorrere in senso inverso la direzione
della manifestazione, affinché sia possibile fondersi nuovamente con la coscienza. Come i mandala, i mantra implicano molto più di quanto possa essere capito ad una prima impressione. Essi possono
produrre delle esperienze indescrivibili, in quanto estendono la loro influenza nei regni più sottili. I mantra producono uno stato di “risonanza” tra l’individuo e le profondità dell’essere interiore. Il mantra riveste un ruolo importante anche nel buddhismo, che nella sua forma tantrica è spesso chiamato mantrayana. Una caratteristica distintiva dei mantra tantrici hindu, che li differenzia da quelli non tantrici, è l’uso preponderante di elementi non linguistici, vale a dire sillabe o gruppi di sillabe privi di significato, ma ritenuti pervasivi da un potere e un’efficacia sovrannaturali. Il termine sanscrito mantra, secondo un’analisi tradizionale, è composto dalla radice verbale MAN (pensare) e dal suffisso TRA, utilizzato per conferire alle parole la denotazione di strumento o oggetto. Un mantra sarebbe così uno strumento del pensiero, non del pensiero discorsivo ordinario, bensì di un pensiero intenso, efficace, non discorsivo. Per il tantra il suffisso TRA viene collegato alla radice TRAI, salvare o proteggere. Quindi i mantra vengono considerati come forme di pensiero protettivo o salvifico. Ciò non si applicherebbe a ogni mantra, in quanto alcuni sono puramente formule rituali: potenti, efficaci, mirate a scopi particolari, ma non specificamente protettive o salvifiche. Un aspetto importante della natura dei mantra, essendo simbolici, la loro efficacia è mentale, mentre il potere che si crede posseggano viene considerato di origine extramondana ed è sempre, talvolta indirettamente, orientato al trascendente. Un particolare modo di recitare i mantra è detto Japa, dove i mantra vengono sussurrati o recitati in forma silenziosa.
Il japa viene in molti casi collegato al prana, l’energia che circola nel corpo umano e lo connette al cosmo e al divino. Si afferma che “il japa deve essere eseguito in armonia con il respiro” , “il respiro che si muove nel centro”, vale a dire susumna. Il japa si esegue congiungendo uno ad uno gli elementi del mantra con l’energia del respiro. I mantra sono manifestazioni esteriori dell’energia dei fonemi che costituiscono il mantra, che ascende lungo susumna, che quindi equivale a kundalini. Questa energia, risvegliata dall’armonia di japa e prana, fluisce verso l’alto e, nel piano transmentale, sfolgorando si unisce con Shiva, conducendo lo yogin a una fusionemistica con il Supremo. La recitazione dei mantra in forma silenziosa è detta ajapajapa ‘la recitazione del non recitato’. In questa pratica ciò che viene realmente ‘recitato’, o piuttosto ‘non recitato’, è il respiro, dal momento che non deve essere pronunciata nessuna parola. Ciò non significa che non c’è nessun mantra, perché in tal caso non ci sarebbe il japa. Si ritiene infatti che con la respirazione viene pronunciato l’hamsa, ha quando si inspira, sa quando si espira, o viceversa, secondo alcuni testi. Hamsa è il cigno, fin dai tempi vedici il simbolo della Realtà suprema e dell’anima trasmigrante identica in essenza a questa Realtà. Praticare il japa di hamsa è quindi pronunciare il Nome del Supremo e, per la natura cosmica della parola, significa anche
identificarsi con il gioco mondano della divinità e tendere così verso una fusione con la sua Origine divina. Essendo in realtà il movimento del respiro, l’ajapajapa è come quello, ininterrotto. Si ritiene che venga ripetuto 21.000 volte in ventiquattro ore, tradizionalmente il numero dei cicli respiratori in quest’arco di tempo. Nonostante il suo fondamento fisiologico l’ajapajapa non è privo dei soliti vincoli rituali degli altri japa, in realtà è proprio il rito, insieme alla volontà di eseguirlo e alla pronuncia di ham e sa, a renderlo un japa. La respirazione di per sé non è un japa, eccetto il caso particolare di uno yogin avanzato in unione con la divinità, per il quale ogni singola azione è un culto o una partecipazione al Supremo. Il tantra e lo yoga sono intimamente connessi, lo yoga è una parte del più vasto sistema del tantra. Tutte le pratiche come asana pranayama, tutti i sentieri yogici come karma yoga, bhakti yoga, kundalini yoga, hata yoga, mantra yoga, kryia yoga e così via, sono tutti parte del tantra. Il tantra copre un vasto campo di interessi, dai rituali alle norme per regolare la propria vita, dall’astrologia alla medicina ayurvedica. Lo yoga, invece, è più specifico; in genere mira ad influenzare direttamente la mente ed il corpo quale metodo per ottenere buona salute,la pace della mente e alla fine la consapevolezza superiore. Il tantra ha lo stesso scopo, ma include nelle sue pieghe un campo più vasto di metodi ed interessi.
La consapevolezza può manifestarsi attraverso la partecipazione al mondo, non è necessario rigettare la vita e diventare un asceta. Questa è la via tantrica. Il tantra è un sistema per coloro che non hanno inclinazioni ascetiche e che sono intimamente coinvolti nelle attività del mondo. Perciò è molto adatto all’uomo moderno. E’ un mezzo per rimuovere inibizioni e complessi. Il tantra dice che la vita dovrebbe essere un’espressione di gioia, ma gli atti di gioia dovrebbero essere naturalmente dharmici, armonici, e non adharmici, disarmonici. Il tantra prende l’individuo per mano e lo conduce lentamente verso la consapevolezza superiore. Il tantra dice: “Perché sentirsi colpevoli per azioni e pensieri; ogni atto dovrebbe essere una forma di devozione, in quanto tutto è Shakti …. che è Shiva”.
Bibliografia
TANTRA Swami Satyananda Saraswati
MANTRA TANTRICI André Padoux
TANTRA
DELLA GRANDE LIBERAZIONE Arthur Avalon