1) Introduzione
2) Ballare Tango è come meditare,due grandi strumenti d’aiuto
3) Il Tango raccontato attraverso i chakra
4) Conclusioni
Trovare collegamenti tra questi due mondi potra’ sembrare al quanto insolito, due passioni che amo e pratico costantemente. Ne ho percepito le similitudini e pertanto mi piacerebbe condividerle con voi tutti.
Cosi’ come nello yoga anche il tango e’ stato soggetto ad una miriade di interpretazioni e manipolazioni a volte piu’ speculative che costruttive. Il tango a cui mi riferiro’ sara’ quello classico, il milonghero,ordinato con i suoi rigorosi codici, raggiungibile con anni di studio.
Il tango e’ una danza che si basa sull’improvvisazione, un connubio perfetto fra corpo e mente fatto di regole, un’educazione attraverso cui il corpo rivela la sua intelligenza. Essendo sempre presente il qui e ora, se la mente non e’ allineata, crea disagi, rivelandone la vulnerabilita’ e compromettendo la qualita’ del movimento. Quindi nella costante ricerca del trovare un equilibrio sopratutto interiore, quando danziamo in una situazione di non equilibrio e di malessere, i pensieri condizionano i passi e l’energia si perde.
Nella testa del ballerino nasce il progetto e termina nei piedi della ballerina. L’invito a danzare viene fatto attraverso lo sguardo come un rito (la mirada e cabeceo), nell’abbraccio dei due corpi c’e’ la costante ricerca del contatto e dell’ascolto, il movimento e’ carico di energia, il cuore cerca il cuore dell’altro fisicamente ed emotivamente, occorre fidarsi di se’ e del proprio corpo, i ballerini danzano in una posizione a piramide dove uno utilizza i pesi dell’altro, trovando coscienza del centro, cosi’ come ci insegna lo yoga.
Il tango vive gli opposti maschile femminile ma pur sempre in equilibrio, riuscendo a riconoscerne l’esistenza e ad onorarle.
Il ristretto spazio condiviso si rivela uno specchio emozionale davanti al quale ricercare e trovare la nostra stessa autonomia e autenticita’.
Ogni pezzo musicale si danza in maniera differente, passi diversi, colori diversi, emozione diversa, ed ad ogni tanda (quattro pezzi musicali) si cambia ballerino, quindi entrambe le parti sanno che per il galateo del tango la tanda diviene una relazione in cui c’e’ grande impegno, e dispendio di energie ma che durera’ il tempo di una tanda.
La musica e’ melodica, struggente e racconta storie di amori e sacrifici di genti arrivate in argentina in cerca di fortuna, immigrati che giungevano da tutta l’Europa mescolando le loro culture con quelle delle popolazioni locali. La musica e il ballo sono il risultato di questa miscela di ritmi melodici con una forte componente nostalgica. Contrariamente a quanto si pensi il tango non e’ solo una danza sensuale od un modo per trovare un contatto umano in un caos quotidiano, ma e’ molto di piu’.
Cosi’ come lo yoga, anche il tango viene dichiarato dall’Unesco patrimonio dell’umanita’.
Entrambi si possono praticare a tutte le eta’, in tutto il mondo, senza discriminazione alcuna.
Ieri come oggi, in ogni dove, le persone alla ricerca costante di una tranquillita’ emotiva hanno trovato e trovano nelle discipline olistiche grandi vantaggi.
davvero interessante il video di Mathieu Richard e Richard Davidson “l’uomo piu’ felice del mondo” ( HYPERLINK “https://www.youtube.com/watch?v=8knrMi9WZVE” https://www.youtube.com/watch?v=8knrmi9wzve) dove ben spiega l’incontro tra neuroscienze e spiritualita’, come potrebbe cambiare in meglio la visione della vita e quanto il mondo intero potrebbe beneficiarne. In esso, infatti, viene riportato uno studio condotto per dieci giorni in un penitenziario in india dove si sperimenta la meditazione su migliaia di prigionieri insieme alle guardie carcerarie, perseguendo la calma interiore e l’osservazione dei pensieri.
Il risultato e’ stato stupefacente: prigionieri e guardie che si abbracciavano dicendo “perche’ non lo abbiamo fatto prima?”.
Musicoterapia.
Nada yoga (la musicoterapia orientale) utilizza il suono, i mantra e la musica al fine di raggiungere un’integrazione armoniosa tra mente, corpo e spirito che diventano unita’ in uno stato di abbandono.
Per noi occidentali l’avvicinarsi a terapie alternative avviene solitamente quando ci si trova in stati avanzati di disagio, spesso con malattie gia’ in atto e conclamate (un esempio, vedi prima tra tutte, la psicologia), mentre in oriente ci si preoccupa del benessere delle persone sane affinche’ stiano meglio ancor prima di ammalarsi.
E’ evidente che oggi il tango argentino puo’, seppure per pochi attimi, avvicinarsi a stati mentali simili a chi medita, ed insieme alla musica divenire un buon strumento di terapia.
La “us national lybrary of medicine”, ha cercato di dimostrarlo, formando tre gruppi di lavoro con persone affette da depressione. Ogni gruppo poi e’ stato assegnato ad una classe: il primo a quella di tango, il secondo a quella di meditazione mentre il terzo a nessuna delle due.
La conclusione e’ stata: il tango e la meditazione si potrebbero utilizzare efficacemente contro lo stress e la depressione.
A sostegno, un ulteriore studio condotto dal collegio di Santa Maria della California (pubblicazione allegata), ha misurato l’attivita’ cerebrale dei ballerini con un elettroencefalogramma (EGG). Hanno rivelato che i ballerini con piu’ esperienza nel tango mostrano uno stato alfa piu’ alto, rispetto agli altri gruppi di soggetti.
Quando la mente si rilassa le onde alfa aumentano proprio come prima di dormire o durante la meditazione.
Allego inoltre il video di medicina 33
https://www.youtube.com/watch?v=5Aaff0nAOts
Ed il video “il linguaggio segreto del tango argentino”
https://www.youtube.com/watch?v=b7l26ApPfjU
per spiegare le connessioni tra le emozioni e i passi di danza
Il Tango raccontato attraverso i chakra
L’evoluzione dell’essere umano lo impersoniamo attraverso i chakra con i suoi simboli, colori, posizioni e divinita’, partendo dalla nascita ed arrivando alla rinascita qualsiasi essa sia. Lo yoga ci dona innumerevoli insegnamenti per poter comprendere chi siamo realmente, anche attraverso l’arte poiche’ nella cultura indiana non esiste separazione tra spiritualita’ e arte.
E’ proprio come espressione artistica che voglio raccontare il tango. Nella sua semplicita’ ludica racchiude alcuni dei principi che ritroviamo nei chakra.
Ho cercato di trovare in modo rispettoso le assonanze utilizzando parte dei concetti descritti sulle nostre dispense.
Primo chakra muladhara sostegno-radice
La nascita di una danza
Imparo ad accarezzare con i primi passi la madre terra. Lei, con generosita’, donera’ il suo sostegno certo, trasmettendo sicurezza agli organi a lei piu’ vicini: piedi, gambe, colonna.
Bisogni primari e necessari;
1) volonta’, nello studiare questa danza che davvero dura una vita.
2) sicurezza, nel riuscire ad esprimerla.
3) autodisciplina, grande rispetto e rigore per il galateo del tango.
4 )affermazione, sostenere il ruolo di ballerina con decisione.
5) sopravvivenza, sopravvivere alle incertezze e alle paure dell’ incognito.
6) fiducia, fidarsi del ballerino. Avendo entrambi un’inclinazione piramidale e’ necessaria una fiducia reciproca, evitando di far subentrare il riflesso miotattico, facendoci apparire maldestri.
Il colore corrispondente e’ il rosso, il colore dell’energia della passione. Colore che attira l’attenzione e che ben si addice nel guardaroba di ogni ballerina.
La memoria olfattiva, il piu’ enigmatico dei sensi, e’ il primo senso che utilizza il neonato per creare un legame con la madre. Il suo apparato olfattivo elabora e cataloga tutte le molecole odorose con cui viene a contatto, riconoscendo cio’ che piace (cibo per esempio), oppure cio’ che e’ pericoloso come l’odore malsano di un incendio,spesso attivando la rispettiva scarica di adrenalina e fissando cosi’ nella memoria episodi del passato. Un processo che avviene in modo inconsapevole.
condividendo nel ballo uno spazio cosi’ ristretto, i ballerini inevitabilmente si “respirano”, si riconoscono, attivando cosi’ il rilascio di dopamina e di noradrenalina che sono prodotte sia nel tubercolo olfattorio che dal cervello e dalle ghiandole surrenali.
La dopamina e’ l’ormone che regola movimento, attenzione, umore, piacere, ricompensa. La noradrenalina, invece, regola la frequenza cardiaca.
Una posizione come vrksasana “l’albero” permettera’ di spostare il peso su una parte del corpo e donarla al ballerino cosi’ che possa proporre il suo progetto. Nello stesso tempo la gamba opposta restera’ stabile a Terra.
Dall’ equilibrio nasce la forza e dalla forza si genera stabilita’.
Secondo chakra swadhistana/ sacrale propria dimora
In questa fase il ballerino diviene piu’ audace. Si rende conto che avvicinandosi all’altro sesso si ha l’opportunita’ di poter incontrare e rincontrare qualcuno con cui si ha avuto una buona intesa e tal volta questa intesa puo’ divenire una relazione, con tutte le sue varie sfumature. E’ un passaggio delicato perche’ molti sono i fraintendimenti, soprattutto quando si cerca nel tango quello che la vita ti nega.
Per esempio una persona non proprio piacente nell’aspetto oppure goffa nell’atteggiamento, nel tango puo’ rivelarsi un talento ed avere grande riscontro. Oppure possono esserci persone che decidono che il ballo fine a se’ stesso e’ la sola cosa che conta perdendo di vista tutto il resto e rischiando cosi’ una sorta di fanatismo (gauni). Si potrebbe dire che questa fase del tango e’ancora acerba, credendo sia la sessualita’ e la sensualita’ la conquista piu’ importante, ci si preoccupa essenzialmente di ricercare il piacere.
L’acqua e’ collegata a questo chakra simbolo di grande fluidita’, essenziale per danzare al ritmo della musica e del cuore. Restare in equilibrio con essa alleggerisce il senso di colpa e di vergogna.
I trikonasana/triangoli simboleggiano la vittoria su se’ stessi: ricercando costantemente di divenire una cosa sola attraverso il raggiungimento dell’equilibrio tra autorita’ (maschile) e la dolcezza (femminile).
Ci si spinge oltre arrivando al
Terzo chakra manipura/citta’ del gioiello splendente
E’ la fase dove avviene la trasformazione, dove un’energia e’ capace di determinare un cambiamento ed una crescita e dove due corpi “materia” si trasformano in energia “danza”.
In questo chakra si realizza il desiderio di farcela a tutti i costi e, a volte, l’ego prevale.
Avere un manipura armonico e’ immportante per evitare il manifestarsi di depressioni, mancanza di motivazioni ed impegno, ed ecco come gli insegnamenti dei grandi maestri yogi ci indicano la strada per poter meglio capire l’arte del trasformare e mettere in pratica.
Il senso correlato e’ la vista. Questo senso servira’ per scegliere e farmi scegliere dal ballerino (mirada e cabaseo). Poi la vista si interiorizzera’ in una danza armonica che per la donna sara’ fatta sempre ad occhi chiusi.
Il giallo e’il colore del buon umore e della creativita’.
Il ballerino esperto progetta il suo ballo, e la ballerina impara a disegnare a terra l’ocho simbolo dell’infinito.
L’incontro tra due cuori
quarto chakra chakra/cuore non colpito non percosso.
Questo chakra rappresenta molto bene l’essenza del tango: nell’abbraccio avviene l’incontro fra due cuori che si fondono, pulsano allo stesso ritmo, in un momento di grande emozione si sperimenta l’empatia che ci permette di sentire esattamente lo stato d’animo dell’altro, percependone ogni tipo di emozioni e pian piano in questo incontro ci si accorge che non esiste piu’un lui, una lei, ma solo il noi.
Con l’abbraccio si sperimenta appieno il senso tattile, che non ha solo il ruolo di ricevere ed elaborare gli stimoli, ma e’ parte integrante della catena di meccanismi nervosi che controllano movimenti e contrazioni muscolari. I maggiori sensori risiedono nel palmo della mano e quando le mani dei ballerini si incontrano saranno un ulteriore punto di connessione andando a ricreare in due un solo anjali mudra “posizione della preghiera”, che ci insegna che il cuore unisce tutto quello che la mente divide.
In forma ridotta ma equivalente, anche nel tango si vivono e si sperimentano tutti i 12 turbamenti mentali.
Si passa attraverso:
Lussuria
Inganno
Indecisione
Rimorso
Speranza
Ansia
Desiderio
Imparzialita’
Arroganza
Incomprensione
Pregiudizio
Disobbedienza
vishudda chakra/gola quinto chakra
Tacendo si impara ad ascoltare di piu’.
Nel tango tutto e’ ascolto, musica, marca; l’evoluzione continua, il dialogo non verbale diviene piu’ nitido e puro, si sviluppa una dimensione interiore e l’arte dell’improvvisazione si affina, ed ecco che il quadro dipinto dai ballerini comincia a prendere una sua forma.
Il senso dell’udito cattura esclusivamente le note musicali, quasi come se le respirasse. Non sente piu’ nessun brusio, nessun vociferare esterno, il respiro e’regolare, il collo e le spalle si rilassano, tutto fluisce e se non si e’ connessi nel modo giusto la comunicazione viene meno, rischiando di far nascere un’insoddisfazione. Serve quindi una grande armonia e melodia per mantenere questo equilibrio.
Paradossalmente il quinto chakra porta all’apprezzamento e alla pratica del silenzio.
Cosi’ come lo yoga anche il tango ha bisogno di concentrazione e ci obbliga al silenzio per percepire la sensorialita’. Infatti, come ben sappiamo il silenzio interiore e’ il primo passo per diventare consapevoli di quello che gli altri stanno davvero comunicandoci senza timore (anche attraverso il linguaggio del corpo) accettandone le variabili e le dualita’.
L’asana ardha matsyendrasana/ torsione spinale e’un’ottima preparazione per le dissociazioni, soprattutto per i ballerini dove la parte alta dei corpi deve restare frontale mentre la parte bassa ruota.
Ajna chakra/ il centro di comando sesto chakra
Conosco obbedisco seguo.
Sono in totale sintonia, qui si sperimenta quel momento che trascorre tra un respiro e l’altro, tra l’abbraccio e l’inizio della musica, quel silenzio, quell’immobilita’, quel vuoto dove vayu (dio del prana e del vento) crea una nuova vita.
Conclusioni:
Lo yoga ci dona, con i suoi innumerevoli insegnamenti, le indicazioni per riuscire a vivere con il buon senso l’oggi e l’opportunita’ di arrivare al domani serenamente e con saggezza. E’ un percorso meraviglioso di grande crescita e nel tango, seppur anche per un attimo, una tanda , una sera, si sperimenta l’alternanza della dualita’ e dell’insieme, principio cardine dello yoga.
“ora chiudo gli occhi, mi connetto, non penso più a nulla. il brusio della mente si ferma, sono pronta, sono presente a me stessa e, sulle note di una meravigliosa musica, comincia la mia danza, sia essa la musica struggente di un tango o la musica dolce di una meditazione” https://www.youtube.com/watch?v=ov04doxj7KY
Katia Ceresa