Le aspettative, si sa, sono causa di sofferenza. Ogni aspettativa andata delusa porta con sé il fallimento, la frustrazione, il dolore e tutto ciò che ne consegue. Ogni qualvolta gli esiti che avevano trovato frutto nella mia immaginazione non trovano riscontro nella realtà, io soffro. Ieri riflettevo, dopo aver ascoltato la Prof. Lucangeli, sulla fondamentale differenza tra desiderio e aspettativa. Di fatti, entrambi hanno una funzione proattiva, nel senso che sono proiettati verso un futuro con l’intento di prevenire e pianificare gli eventi. La sostanziale differenza fra i due è che il desiderio ci predispone a un’azione, per contro, l’aspettativa, è qualcosa di passivo. Per esempio, se io desidero essere in forma fisicamente mi metto in moto e faccio qualcosa, yoga, palestra, alimentazione corretta e così via. Se invece io mi aspetto di essere in forma fisicamente, capisci che è diverso. Me lo aspetto, rimango in attesa e questa è una forma passiva. Con un desiderio ho molte possibilità di riuscita. Magari non realizzerò quel che cercavo ma nel cammino incontrerò molte altre cose, magari per scoprire che il mio vero desiderio era un altro. Agisco, sono vivo. L’aspettativa dipende solo ed esclusivamente dagli eventi esterni, è un po’ come se l’universo lanciasse un dado, se cade nella mia direzione va bene, altrimenti rimango delusa. Quante sono le possibilità che cada proprio lì, al punto giusto? Desiderare di essere in forma ed aspettarsi di essere in forma sono due cose diverse. Credo sia un buon esercizio mentale. Sto mettendo un’azione? Allora lo desidero. Rimango sul divano ad aspettare? Allora ho un’aspettativa. Vale la pena rifletterci. Buona giornata