Può capitare che alcune persone non si avvicinino alla pratica dello yoga per timore e falsi pregiudizi. Alle molte domande sull’origine e sulla storia di questa antica e affascinante disciplina seguono anche particolari dubbi sulla possibilità di praticarla, sul sentirsi inadeguati, sull’avere un preconcetto errato di quello che veramente lo yoga è.
Surya Gayatri, insegnante di yoga allo Studio Gayatri di Monza (via Monte Santo 33) ha perciò deciso di sfatare inutili ed errate credenze, nella certezza che lo yoga è accessibile a tutti; è un abito che calzato a pennello sul nostro fisico ne valorizza pregi e bellezza, facendoci scoprire quell’armonia che possediamo e che spesso non siamo in grado di vedere e di vivere.
Ecco le principali false credenze attorno alla pratica dello yoga.
1) Non pratico yoga perché non credo che riuscirò a non arrabbiarmi mai
Chi pratica yoga non è una persona che deve imparare a non arrabbiarsi mai. Lo scopo dello yoga è imparare a conoscere il proprio corpo, le proprie emozioni, ad accettarle e a non reprimerle. Non significa che chi pratica yoga non andrà incontro a momenti di stress o di emozioni negative, ma che può riuscire ad affrontarle senza che diventino croniche. E’ normale che accadano momenti di rabbia, ma possono diventare come la scrittura sull’acqua, momenti, perciò, che così, come arrivano, se ne vanno velocemente. Il problema non è evitare di vivere situazioni stressanti, ma imparare a non fossilizzarle nel tempo.
2) Non pratico yoga perché non sono agile
Chi pratica yoga non è detto che debba assolutamente toccarsi le dita dei piedi con la punta delle dita delle mani. Lo yoga non è legato all’età o al peso di chi lo pratica. Non bisogna essere contorsionisti e non esiste l’asana (cioè la posizione) perfetta. Bisogna imparare ad osservarsi, rispettare e accettare il proprio corpo. Imparare a fermarsi con il fisico e con la mente, rispettando quei segnali che il corpo ci invia. Lo yoga è una disciplina adatta a tutti: ragazzi e anziani, persone allenate ma anche sedentarie.
3) Non pratico yoga perché è noioso e non riesco a stare fermo per tutta la lezione
Chi pratica yoga non è un asceta e non ha l’obbligo di stare fermo per ore e ore. Partendo dal presupposto che tutto ciò che non ci piace è noioso – quindi per qualcuno può anche essere noioso correre o ballare – lo yoga è tutt’altro che statico. Ci sono posizioni che vengono tenute per qualche istante, altre invece per un periodo un po’ più prolungato. Ma sta di fatto che durante la lezione si viaggia e ci si muove con il corpo e con la mente.
4) Non pratico yoga perché non sono capace di rimanere immobile a meditare
La meditazione non è necessariamente stare fermi con le gambe incrociate e gli occhi chiusi. Si può meditare anche quando si fa la spesa o quando si lavano i piatti. Meditare significa prestare attenzione a quello che si sta facendo, imparare ad apprezzare quello che si ha, puntare l’attenzione su quello che si possiede e non su quello che manca nella nostra vita. Meditare significa anche imparare a non dare tutto per scontato, a guardare il mondo e la propria vita con occhi diversi. Meditazione; lo dice la parola stessa. Medita l’azione. Essere consapevoli di ciò che si pensa, di ciò che si dice, di ciò che si fa. Un proverbio orientale così recita: “Quando sei con gli altri, stai attento a quello che dici, potresti inconsapevolmente ferirli. Quando sei da solo, stai attento a ciò che pensi, perché potresti far male a te stesso!”
Durante gli incontri di meditazione Surya Gayatri propone visualizzazioni guidate, affidando particolare attenzione al tono della voce e alle sonorità che accompagnano i pensieri.
Allo Studio Gayatri è possibile richiedere una lezione di prova gratuita.
surya
Articolo pubblicato da Barbara Apicella su seietrenta.com