Solo disciplina? No… anche gioco e innocenza. Quando si parla di yoga si parla, in genere, di ascolto, di respiro, di disciplina, ma non è solo questo. Lo Yoga ci aiuta anche a risvegliare altre qualità.
“I tronchi degli alberi sono separati,
ma le radici si tengono strette le une alle altre e i rami in alto si intrecciano.
Sono uniti a livello profondo ed a quello più elevato.
Gli uomini dovrebbero essere come un’immensa foresta.” (Romano Battaglia)
Lo Yoga è Relazione
Lo yoga, come ogni altro tipo di percorso educativo e di crescita, si svolge e si nutre nella relazione. La prima relazione che si instaura è quella con la propria dimensione interiore, quella dimensione così delicata e profonda che spesso evitiamo per paura che vada in mille pezzi, al solo sfiorarla. Praticare yoga significa molte cose, per esempio, al di là dell’ascolto, della disciplina e delle cose che normalmente vengono elencate, ci viene offerta l’opportunità di ritrovare l’innocenza, portata in superficie da quella voce bambina che è rimasta in silenzio per lungo tempo. Ogni azione, ogni gesto quotidiano, è Lila, è gioco divino, e a quel gioco noi siamo richiamati ogni giorno. Impariamo l’attesa. Saper attendere è una grande virtù, in un mondo così impaziente e frettoloso. Abbiamo fretta, diventiamo nervosi… abbiamo bisogno di uno spazio silenzioso, solamente nostro, uno spazio mistico, sacro, che non ha nulla a che vedere con la religione ma con la preziosa sacralità dell’esistenza tutta. Risvegliamo la grazia attraverso le forme disegnate con il corpo e risvegliamo le immagini interiori attraverso il ritiro dei sensi all’interno. Credo che lo yoga sia una vera e propria relazione d’amore, dove, ogni giorno, possiamo riscoprire nuovi modi di comunicare